Ho appena saputo che è mancato Renzo Favaron, un vecchio amico e poeta straordinario. Ci siamo frequentati parecchio in tempo remoto, ricordo i suoi racconti sulla Croazia, la mostra di Corot che avevamo visitato insieme a Maddalena Cavalleri a Verona nel dicembre 2009, è stato un amico, tanto che gli ho dedicato due poesie che copio qui per ricordarlo, insieme a quei giorni di sabato straordinari di un'estate di tanti anni fa.
Il coro delle nuvole impazzite
a Renzo Favaron
L’ora del tempo e la dolce stagione
non chiediamo altro al coro delle
nuvole impazzite e cortigiane
di questo vento che nega
la primavera ai fiori prima
ancora che a noi smemorati
e pieni di ogni luce negli
occhi caparbi nell’attesa
intenti nell’intagliare a
questo giorno una figura
memorabile nella teoria
degli anni, miserabili
frammenti delle stelle
che mai saremo, ma potremo
ricordare quel grande
albero in Croazia anche
se mai lo avremo veduto
e solo uno tra noi
lo ha cantato.
dalla raccolta Scrivere il vento.
Atì editore 2016
Variazioni su nuvole, luce e ombra
a Renzo F.
Un presagio per il giorno che
verrà è un’invenzione di nuvole
in quel cielo che mai vedremo,
in un luogo privo di memoria,
ai nostri sguardi solo quel cielo
è rimasto della città antica,
il cielo che le mani capricciose
del tempo e della ragione
appendono sulla mia giornata.
Guardo ancora e le nuvole
di Corot si dissolvono con
l’eleganza di un segreto custodito
nel cuore della luce che veloce
si alza a oriente. È un mattino
nuovo, memoria della notte, fiato
lungo nei passi, sempre più
piano avvolti nella brina,
inondati di luce sino alla fine
della stessa strada.
dalla raccolta Figure del silenzio. Atì editore 2010
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