Mi rammaricavo del fatto che la vita dei nostri genitori, spesa a nutrirci, vestirci e proteggerci, ci avesse lasciato poco tempo per conoscerli e amarli. Avevo passato la vita a osservarli, ad ascoltali, a cercare di decifrare il loro codice, sempre alla ricerca di indizi. Erano i due alberi fra noi e il vento, la neve, il mare; ma questo nell’infanzia. Sentivo che la loro morte ci avrebbe forse esposti alle intemperie, ma avrebbe anche lasciato entrare la luce da ogni direzione e avremmo conosciuto la realtà invece del rumore del vento, della neve, del mare, e saremmo stati in grado di percepire ogni momento dell’esistenza.
Janet Frame
Un angelo alla mia tavola
traduzione di Lidia Conetti Zazo
Neri Pozza Editore 2010
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