martedì 7 febbraio 2017

scrivere rivela il potere di un gesto, di una storia, di una parola

Maria Nadotti: Prima di In fuga avevi pubblicato due raccolte di poesia, The Weight of Oranges e Miner' Pond, non ancora tradotte nella nostra lingua*. Cosa è stato a farti passare dalla scrittura poetica alla narrativa?

Anne Michaels: La verità è che non ho potuto farne a meno. A "costringermi" sono stati Athos, Jakob e Ben, i tre personaggi principali di In fuga, che un giorno, più di quindici anni fa, mi si sono presentati con intensità imperiosa. Per cinque anni ho provato a non dare ascolto alle loro voci. Avevo capito che ci sarebbe voluta un'incredibile resistenza per raccontare con sincerità, correttezza, profondità, la loro storia. Poi mi è stato chiaro che non mi potevo più sottrarre: la loro vicenda andava scritta e non lo si poteva fare attraverso la poesia.

(...)

MN: La vita di un uomo, il tempo, la memoria. SI crede di essere padroni della propria vita e in un istante arriva la piena di un fiume o della Storia e tutto viene portato via. Dove sei andata a cercare le voci da e per raccontare?

AM: Dieci miglia sotto il suolo, dove circolano correnti sotterranee capaci di dare un potere incredibile e significato a un gesto, una storia, una parola.

* le poesie sono state pubblicate da Giunti nel 2000 con il titolo Quel che la luce insegna

frammenti dell'intervista "I frammenti inafferrabili della storia" a Anne Michaels in 


Maria Nadotti
Prove d'ascolto
Incontri con artisti e saggisti del nostro tempo 
edizioni dell'asino 2011


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