venerdì 9 marzo 2012

L'esperienza della luce

(tratto dalla raccolta Racconti di Genova di Dario Arkel - Atì Editore)



Dove c’è molta luce l’ombra è più nera.
J.W. Goethe



Un racconto di me piccolo di tre anni me lo devi concedere, figlia, anche se ti annoierà.
Nei primi giorni di giugno caricavamo la Dauphine anche sul tetto, e partivamo da Genova per la montagna. Raggiungevamo Cogne, il paese della mia infanzia. Qui, d’un tratto, mi si è rivelata la vita. No, non il vivere, che è di tutti, ma la vita come calore da afferrare. E' successo in un lampo. Giunti a destinazione, scendiamo dalla macchina e mentre i miei portano a casa i bagagli, io scappo, come facevo sempre. Corro e corro lungo la strada sterrata. tutte le strade erano sterrate, allora. Corro dove so esserci una vecchia fontana. sono tra le case e l’ombra mi copre,
come se fossi cieco. Sono diretto là, e so che prima c’è un incrocio, e ai due lati della via due pollai puzzolenti, uno per lato. Io le galline le facevo scappare, le odiavo, con quel loro odore. Le liberavo e i cogneins si infuriavano. sapevano di questo bambino dispettoso. Sto per arrivare quando qualcosa si impadronisce di me, bloccando il mio slancio. I miei occhi sono aperti, ma anche questa volta sono come cieco, abbagliato da un flash ravvicinato. La luce improvvisa del sole mi penetra come un fuso e resto sbalordito, preso nella tenaglia dei raggi, e un incendio avvampa dentro di me. il viso, subito, e poi tutto il resto è imbavagliato e diventa antico: la luce che mi
ribalta è antica, viene da prima e ora so che mi trascinerà nel poi. E' un brivido, l’assolo di un attimo, e la mamma arriva. Mi afferra la mano, mi dà una sculacciata che non sento né capisco e mi porta via, mentre resto girato verso la fontana, l’incrocio, i pollai. Mi accorgo adesso delle galline, della puzza; ogni cosa intorno a me è tanta, troppa, e gorgoglia ringhiando. Nel tragitto del ritorno mia madre, che mai ha smesso di parlare, mi strattona, e allora non cammino più, lei mi trascina e io rotolo nella terra battuta. Passiamo a fianco delle arnie, un’ape fa la guardia e trova nel mio occhio destro il bersaglio. Mi trafigge e una scossa brucia e mi gonfia. Ritorno a casa, la mamma è preoccupata e io piango. e sono un altro, ho appena scoperto il dolore che riporta alla luce, figlia mia.

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