giovedì 30 gennaio 2020

Ma quando si muore non si va da qualche parte. Ci si risveglia accanto al fuoco. Non più ingannati dal vento.


Ognuno di noi abita una "casa" chiamiamola così. Attorno, a perdita d'occhio la  brughiera. Il fuoco è acceso, la tavola imbandita. Ma capita, guardando verso la finestra, che il vento ci faccia credere di trovarci là fuori - e ci si dimentichi di dove siamo davvero. Si è "a casa". Sin da prima dell'inizio dei tempi. Ci rimarremo in eterno, la casa sarà sempre più accogliente. E invece crediamo di vivere nella terra inospitale che ci ha ghermito col vento. Stando là fuori diciamo: "Ecco il mondo, questa è la vita che ci è toccata". Ci crediamo mortali. Ma quando si muore non si va da qualche parte. Ci si risveglia accanto al fuoco. Non più ingannati dal vento. Né intimoriti. Delle ombre e dal gelo della brughiera.
Una povera favola? Non direi, ma una metafora sì: dello Spettacolo che da gran tempo tento di indicare.

Emanuele Severino
Corriere della Sera 13/1/2014

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