Ognuno di noi abita una
"casa" chiamiamola così. Attorno, a perdita d'occhio la brughiera. Il fuoco è acceso, la
tavola imbandita. Ma capita, guardando verso la finestra, che il vento ci
faccia credere di trovarci là
fuori - e ci si dimentichi di dove siamo davvero. Si è "a
casa". Sin da prima dell'inizio dei tempi. Ci rimarremo in eterno, la casa
sarà
sempre più
accogliente. E invece crediamo di vivere nella terra inospitale che ci ha
ghermito col vento. Stando là
fuori diciamo: "Ecco il mondo, questa è la vita che ci è
toccata". Ci crediamo mortali. Ma quando si muore non si va da qualche
parte. Ci si risveglia accanto al fuoco. Non più ingannati
dal vento. Né intimoriti. Delle ombre e dal gelo
della brughiera.
Una povera favola? Non direi, ma una
metafora sì:
dello Spettacolo che da gran tempo tento di indicare.
Emanuele Severino
Corriere della Sera 13/1/2014
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