martedì 30 agosto 2016

Quell'amore - un tronco possente che troneggia al centro delle nostre esistenze, i cui vecchi rami nodosi proiettano un'ombra protettiva sul tempo che resta

Ci sono amori che finiscono per assumere l'aspetto di alberi secolari: sono da così tanto nelle nostre vite che sfidano le leggi del tempo che scorre e inesorabilmente consuma; ne attraversano le stagioni, ciascuna con i propri colori, freddi e tepori che si danno il cambio, accompagnate dalla luce cangiante di primavere abbaglianti, dalle piogge inesorabili degli autunni, dai tramonti tardivi dell'estate e dalle lunghe notti invernali. Chi avrebbe il coraggio di abbattere un pino centenario solo perché oscura una finestra che affaccia su un bel giardino? Quell'amore - un tronco possente che troneggia al centro delle nostre esistenze, i cui vecchi rami nodosi proiettano un'ombra protettiva sul tempo che resta - è ormai diventato una presenza necessaria. Le sue radici, inoltrandosi nella terra, camminano carsiche, e lentamente avvolgono, cieche e ostinate, ogni altro sentimento possibile, non ne vogliono sapere di farsi da parte. Tanto che i giorni che passano, pur sfiorendo e cancellando e affievolendo tutto il resto, le rendono, solamente loro, più forti, più affamate di altri giorni e altra vita. Fino a prenderseli tutti, i giorni e la vita.

Iaia Caputo
Era mia madre
Feltrinelli 2016

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