mercoledì 24 luglio 2019

Chiarezza, sottigliezza, agilità, impassibilità. Siedi contro il muro, leggi Giobbe e Geremia


(…)
Si vede talvolta in un treno, in una sala d’aspetto, un volto umano. Che ha di diverso? Di nuovo potremmo dire ciò che quel volto non ha, ciò che i suoi tratti non tradiscono.
Gli occhi non diffidano né sollecitano, non divagano e non indagano. Occhi in nessun attimo assenti, mai interamente presenti. Ai giorni nostri tali volti, comuni nei quadri antichi, sembrano sigillati da una indicibile malinconia. Pure, nel treno, nella sala d’aspetto, essi gonfiano l’animo di gioia, di un accresciuto, appunto, sentimento di vita. Non correrà parola, ma il puro, subitaneo sorriso è fuga in un tranquillo luogo, vulnerabile al punto da essere inattingibile. Si dice, rapidamente “occhi consapevoli”: Sono in realtà, occhi eroici. Hanno guardato la bellezza e non ne sono fuggiti. Hanno riconosciuto la sua perdita sulla terra, e in grazia di ciò l’hanno guadagnata alla mente. Neppure la fotografia può interamente distruggere tali volti, di più in più rari, è vero. Muta la razza, muta ormai la specie, tra poco tali volti saranno appena percepiti e, percepiti, anch'essi imperdonabili, tanto estranei al contesto, al sistema che li racchiude. Già cominciano a farsi invisibili, come il Graal e la lancia di Longino che una mano riportò al cielo, si dice, quando gli uomini non furono più degni di custodirli; come il cinese che leggeva un libro e su cui la folla subito si richiuse. Per essi, tuttavia, la bellezza cacciata non cessa il suo inavvertito circuito, fiore, stella, morte, danza continuano a somigliarsi, la somiglianza a sgominare il terrore. Chiarezza, sottigliezza, agilità, impassibilità. Siedi contro il muro, leggi Giobbe e Geremia.
Attendi il tuo turno, ogni rigo è profitto. Ogni rigo del libro imperdonabile.

Cristina Campo
Gli imperdonabili
Adelphi 1987

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