A che età si è pronte per
smettere di amare? J vive a Miami in un condominio con piscina e trascorre
buona parte del suo tempo cercando di rispondere a questa domanda. Un
matrimonio d’amore e di passione finito da non molto, la ricerca di un
equilibrio difficile perché alla fine dell’amore non riesce ad arrendersi, J sta
trasponendo in inglese moderno le Metamorfosi di Ovidio. Il contrasto tra le
fanciulle in fuga per sfuggire alla brutalità del desiderio maschile non
potrebbe essere più lontano dal desiderio di amare e di essere amata. Gli
ex-fidanzati recuperati al presente, una madre ottantenne che non si arrende “non
fidarti di quello che vedi – le dice a un certo punto – io sono sempre quella
ragazza di diciannove anni”, un’anatra con l’ala spezzata, un gatto cieco e
moribondo, alcuni bizzarri vicini di casa, tra cui N che impiega molto del suo
tempo a gettare oggetti dal suo balcone al ventiduesimo piano, rappresentano l’universo
chiuso e bizzarro della protagonista che alterna le ore di traduzione alle
lunghissime passeggiate sui moli, o alla contemplazione delle vite degli altri
che spia con un binocolo. Miami è il paesaggio di queste creature che appaiono
possedute dalla natura come accade ai protagonisti di Ovidio. Il mare, il sole,
il tramonto, la pioggia e il vento sono i veri padroni delle creature che
abitano questa strana città edonista e anziana allo stesso tempo. Da Ovidio J
sembra comprendere che è solo grazie a una metamorfosi radicale che si può
sopravvivere, o meglio, continuare a vivere in un’altra forma. Le ragazze di
Ovidio rinunciano all'amore ma J non è pronta. Lei vuole toccare ed essere
toccata, sprofondare nel piacere e nel desiderio. Ma tutto ciò sembra essere
riservato solo ai corpi giovani e belli delle ragazze.
Il romanzo di Jane Alison ha un
andamento diaristico e forse è davvero il diario del periodo in cui l’autrice
ha tradotto Ovidio. È uno dei libri più intensi e veri che io abbia letto in
questi ultimi mesi e ho copiato sul mio quaderno diversi passaggi che ricopierò
anche qui. Nonostante decenni di femminismo, il ’68 e la liberazione sessuale,
è ancora raro leggere le parole di una donna che scrive di amore e di sesso a
partire proprio dal corpo, dalle sensazioni, dalla paura di non essere amate. È
un libro che ci dice la solitudine, molto, e le stagioni della vita,
moltissimo, quando la giovinezza è un ricordo, che il corpo non conserva, e la
vecchiaia è la prossima svolta della strada. Un libro che rileggerò e regalerò
e consiglierò alle mie amiche. E anche ai miei amici perché possano entrare
nella mente e nel corpo di una donna e sentire con la stessa intensità cosa significa
essere una donna. E adesso qualche brano tra quelli che più mi hanno colpito.
Ma non tutti. Li centellinerò nel tempo seguendo le mie Metamorfosi.
A un tratto nell'aria opaca vedo
un dipinto antico: una donna perduta che siede riflettendo sul proprio futuro,
sul proprio passato. Ha una mano posata sulla calda calotta ossea di un cranio
che è in bella mostra sul tavolo, la fiamma della candela si piega al respiro
della donna, percepiamo l’intensità del suo pensiero. Quel cerchio di luce, di
coscienza, brilla nell’oscurità. (p. 92)
Gli occhi galleggianti, gli occhi
galleggianti, sono stata trasformata in un paio di occhi galleggianti. Ho abbassato
il binocolo, ho appoggiato le mani sul tavolo. Ho sentito che erano là calde, e
che occupavano spazio vitale. Ho sentito il mio sé inferiore, anche lui, seduto
sulla sedia, occupava spazio vitale. Il mio povero vecchio sé inferiore. Lontano,
in mare, oltre il Costa brava, oltre la baia, oltre gli edifici illuminati di
Miami Beach, sulla scura liquida distesa oceanica: una tempesta muta. Un fulmine
silenzioso, una delicata saetta tutta sporgenze e rientranze. Il cielo scuro e
fermo per un istante, poi un altro fulmine silenzioso. Belli tutti quei lampi
sul mare, e il bagliore che si dissolve come una nuvola. (p. 114)
“Ovidio, sei ancora qui? Mi piace
pensare di vedere i tuoi occhi. Mi piace pensare di udire la tua voce. Sento le
tue frasi che nuotano dentro di me, i tuoi personaggi che percorrono le lande
selvagge dei boschi, e l’aria, e le lettere, e il tempo. L’idea che le tue
parole possano essere morte, che il passato non sia sempre il presente. Ma
prova a dire questo alla sabbia, al mare” (p. 264)
Jane Alison
Meglio sole che nuvole
Leggere Ovidio a Miami
traduzione di Laura Noulian
NNEDITORE 2018
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