Vi scrivo da una mansarda in riva al mare, da un balcone appeso come un nido alla sommità di un caseggiato, da una visuale di gabbiano sulla marea, alta a quest’ora. Non è un mattino glorioso, uno di quei mattini in cui cielo e acqua cospirano nell’esaltare infiniti inizi. No! La cappa grigia delle nubi, all’orizzonte, si confonde con l’altra distesa d’una tonalità d’acciaio appena più intensa. Il sole non riesce e proiettare i primi raggi sulla cresta delle onde; nessuna promessa scaturisce dalla spuma e i gabbiani si ammassano, in gruppi taciturni sulla sabbia stinta.
Le prime righe di un piccolo libro incantevole
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