venerdì 4 giugno 2010

Il cielo sopra Milano

Una città è un sogno di cemento e pietra sognato da centinaia di anni: io sono il sogno. (incipit di Frammenti del tredicesimo mese)


Domenica nel tardo pomeriggio, ho lasciato da poco il Teatro Litta e gli amici che hanno lavorato alla messa in scena del dramma di Amos Kamil “Il venditore di sigari”.
Mi sono incamminata per Corso Magenta, una delle vie che preferisco perché mantiene un’aria di altri tempi che adoro. Il cielo incombe basso sui tetti delle case, all’improvviso non c’è nessuno intorno a me: svaniti i passanti, le auto, il tram che è appena passato sferragliando. È tutto grigio, sto camminando in una foto in bianco e nero, Santa Maria della Grazie spicca contro il colore di cielo e asfalto con i suoi mattoni e la forza delle sue forme. Un profumo di gelsomino invade l’aria e mi inebria, cinque rondini si alzano in volo, il loro stridio fa vibrare il silenzio. Questo è il sogno dell’ultima domenica di maggio. Questa è la perfezione della città immaginata che diventa reale nel passo lento di questa strana primavera.

1 commento:

Unknown ha detto...

Da questa passeggiata (tuffo introspettivo) ha inizio la tua avventura in rete?
Il blog, antidoto al tuo sogno urbano?