Ieri,
dopo quasi due mesi di tempo incerto e di acquazzoni intermittenti, che a
quanto pare sono stati una benedizione per la campagna, è finalmente esplosa la
primavera, l’ho sentita ribollire provocante attraverso i vetri della finestra.
Fu l’ombra fugace di una colomba che rivelò, scomparendo, il torrente di luce
che invadeva tutto con l’impeto del suo richiamo, uno strattone anacronistico
verso avventure ormai impossibili. Mi ricordai di avere sognato Mariana León.
Eravamo sdraiate su di un prato a guardare le nuvole; prima erano successe
molte altre cose non altrettanto piacevoli, credo che mi inseguissero perché
ero implicata in un attentato, è possibile che lo stessi raccontando a Mariana
lì sull'erba, anche se non ne sono sicura, così come non lo sono del fatto che
lei fosse con me quando mi inseguivano. Dai sogni si atterra un po’
frastornati, e si perde sempre qualcosa di fondamentale. La luce che entrava
dalla finestra, anche se era simile a quella del sogno, riuscì a trovare un’eco
solamente nell'aritmia del mio respiro, come un frullo d’ali di farfalle
agonizzanti.
Carmen Martin Gaite
Nuvolosità variabile
Giunti 2009
2 settimane fa
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