venerdì 30 settembre 2016

io sono abituato a cibarmi di nuvole e lontananza

5 Dicembre 1933
Dearest Irma,
le tue lettere sono un tesoro che non riesco neppure a rileggere tanto sono preziose.
Le tengo chiuse in un cassetto…
La mia filosofia?
Non ne ho.
Ne hanno estratto più di una dai miei versi, ma a torto.
Per me la poesia è questione di memoria e dolore.
Mettere insieme il maggior numero possibile di ricordi e di spasimi, e usare la forma più interiore e più diretta.
Non ho fantasia; mi occorrono anni per accumulare poche poesie.
L’esecuzione materiale, poi, è rapida ; spesso è questione di minuti.

Mia cara Irma, io sono abituato a cibarmi di nuvole e lontananza, ma tu meritavi qualcosa di meglio!

Io sarò sempre tuo, a tua disposizione, pronto a fare quello che vorrai, e persino a pensare quello che vorrai farmi pensare…
Non desidero di meglio che pensare con la tua testa e vedere coi tuoi occhi.
Eugenio Montale a Irma Brandeis

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