Oggi è la giornata mondiale della poesia e di poesia mi sono nutrita, ne ho letta tanta, tanta ne ho ascoltata in compagnia di altre persone che l’amano e, in alcuni casi, la scrivono. Leggere poesia, prima ancora che scriverla, significa attingere alle forze primigenie, originarie della vita stessa. Quando sono triste o dubbiosa, apro a caso un libro e leggo, come si fa ancora con la Bibbia, cercando conforto e risposte.
Trovo sempre nella poesia la consolazione che cerco e mi
piace pensare che oggi, in tutto il mondo, la poesia si sia sparsa come
polline, portata dal vento e dalle api. Sempre qualcuno ne sarà toccato e dopo
avere letto una poesia, ecco che il suo sguardo sarà mutato.
Amo le parole, i libri, la poesia e la letteratura, dopo
avere letto il libro Poesia e filosofia di
Maria Zambrano, mi è piaciuto immaginare i filosofi come avventurosi marinai
che solcano mari e oceani nelle loro imbarcazioni di epoche, dimensioni e fogge
diverse, e i poeti come audaci nuotatori, o forse solo naufraghi, che stanno
immersi nell’acqua e non periscono grazie alla forza delle loro gambe e
braccia. Oggi, a questa immagine di tutti i mari, si è aggiunta l’immaginazione
dei fiumi e ho capito che, di nuovo, il poeta affronta senza altro strumento
che se stesso, la sfida di un’acqua che scorre controsenso.
Pescare
a mani nude
È un fiume l’immaginazione che
scorre dal mare verso i monti,
sono pesci le parole, alghe nella
corrente, sassi e anche detriti.
La memoria è l’acqua dove
lo scrittore pesca a rete, altre
volte con la lenza, e se ne sta
sempre sulla riva o nella stessa
barca di nome Sofia, ma noi
guardiamo il poeta che pesca
sempre a mani nude.
Le terre ai piedi delle Montagne della Nebbia, la Casa
delle Parole e quella delle Stelle, la città silenziosa, tutto intorno è
silenzio, tutto intorno è poesia che risuona e rimbomba.
Insieme aspettiamo il sollievo e la consolazione, insieme
varchiamo i giorni e ci chiediamo se il prossimo equinozio, potremo celebrarlo
all’ombra di alberi vivi e veri, prima che il nuovo autunno reclami a sé le
foglie che ora sono i germogli che ci punteggiano lo sguardo.
Nessun commento:
Posta un commento