Oggi ho ascoltato molto, ho ascoltato frammenti di
Platone e di Aristotele, ho visto gli antichi sapienti misurare la terra e
sprofondare nel cielo stellato.
I misteri della natura, del cosmo, dell’amore, della vita
e della morte, non sono cambiati da quei tempi lontani. Ora conosciamo meglio
come le cose accadono, come la terra giri intorno al sole e il sole con tutta
la galassia stia danzando quella danza che noi mai potremo vedere.
Conosciamo tanti come, ma non sappiamo ancora perché e i
perché sono gli stessi di chi volgeva verso il cielo stellato quello sguardo
pieno di stupore.
L’orizzonte delle nostre vite di contemporanei è molto
più vasto di quello degli antichi filosofi Greci. Ma delle cose importanti loro
sapevano già che non ci sono risposte universali, che la domanda si moltiplica
e la verità si sfilaccia.
Dove non trovo risposte nelle stelle e nel cielo, nei
libri e nel mare, apro caso un libro di poesie. E quando anche i libri
tacciono, allora scrivo io.
Dov’è
quella voce che più non sento
Una voce che scompare cambia
tutto il tono del nostro canto.
Non sarà mai più lo stesso
il coro, senza la tua voce a
mescolare le note al vento.
Ma non potrò tacere lo scandalo
di questo silenzio, per questo
ogni giorno dirò il tuo nome e
aspetterò che tu risponda. Solo
un’ape riesce a far tacere il fuoco.
Dal libro di Anne Perrier, che ho aperto a caso questa
sera, ho strappato un verso che ho infedelmente tradotto e che dà il titolo a
questa Cronaca 374 di mercoledì 17 marzo 2021, il secondo anno senza Carnevale.
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