Cosa sono gli anni? Cosa sono i giorni? Entriamo nel
tempo sotto un cielo e lasciamo l’eternità dietro di noi. Usciamo sotto un
diverso cielo e l’eternità è intatta, così come l’avevamo lasciata. Fare esperienza
del mondo è dimenticare nel tempo l’esperienza dell’eternità che può essere solo
un orizzonte di riferimento, un luogo che può esistere solo nella nostra
immaginazione sino a che viviamo immersi nel tempo. Quel che il mondo fa di
noi, ciò che noi facciamo al mondo, è il carico che ci porteremo dietro quando
il tempo sarà finito. È crudele pensarlo, ma inevitabile. Siamo creature del
tempo tanto quanto del sogno e dell’immaginazione. E crediamo nell’eternità perché
sentiamo la sua potenza che si irradia in noi e intorno a noi.
Scrivo queste brevi note più per rassicurare me stessa
che per condividerle, oggi. Ci sono giorni come questo, dove l’eternità ha
scurito il cielo, dove sento onde sconosciute che attraversano il fiume e il
giardino. Non posso essere muta testimone, così raccolgo qualche frammento e ne
faccio poesia.
Quando
l’invisibile ci indica il cammino
Nel regno del silenzio esistono
particelle invisibili e frammenti
delle nostre voci che vorticano
ancora cercando il centro, quel
centro immaginato che la poesia
reclama. Quando particelle e
frammenti si toccano, ecco che
una terza forma avanza e chiede
al sonno le sue ragioni. Sono di
polvere gli anni rimasti, sono di
polvere e luce riflessa. Tutto
intorno brilla l’eternità mentre
noi camminiamo a testa bassa
occupando tutte le rive del nostro
fiume e solo l’invisibile prende
forma e solo l’invisibile ci indica
il cammino. Poi è notte, poi è
silenzio.
Nel giardino risplende l’eternità questo pomeriggio, è la
primavera che canta e turba il quieto dormire della stagione muta. Accolgo le
ombre come fa il pastore quando il gregge ritorna per il ricovero notturno. Accendo
il fuoco per farle danzare, le invito a riempire i muri e a sussurrare i nomi
di quelli che verranno. Io sarò l’ospite inatteso in questo vagabondare tra le
stelle e questa realtà, dove sono poche le luci, molti i misteri e dove gli
anni si fanno densi e bisognosi di parole. Cosa sono gli anni? Cosa sono i
giorni? Ombre, un’ombra, un sussurro, l’eternità che cerca casa.
Oggi è giovedì 4 marzo del secondo anno senza Carnevale. Quando l’invisibile ci indica il cammino,
l’ho pensata e scritta per questa Cronaca 361.
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