Sono andata in giro per la città con una rete a strascico
per acchiappare immagini e frammenti di conversazione. Quanti nomi sono rimasti
in questa rete, quanti germogli e quanti fiori. Potrei fare pagine e pagine di
elenchi ora. Ma per la memoria occorre poco, solo un’immagine, solo un profumo
nell’aria e un giorno molto più in là nello spazio tempo, tornerà questa
giornata, mi chiederò se davvero l’ho vissuta o se è stato solo un sogno, solo
un frammento di quell’altra realtà che abitiamo dietro gli occhi chiusi e il
respiro acquietato dalla notte. Posso anche giocare con i nomi, scambiarli di
posto, ma a nulla serve, perché l’acqua trascina il senso e la ragione proprio
dove devono essere e li impregna di poesia e l’acero soffia il passato verso la
fiamma che danza nel camino e la legna profuma, e il passato ritorna proprio
nelle narici.
Prima
della resurrezione
Arriva un’onda, il primo sogno
si infrange sulle rive del mattino.
Arriva un sogno, la prima onda
si infrange sulle rive della notte.
Tra il sogno e l’onda è passato
questo giorno e non abbiamo
raccolto né sassi, né conchiglie
e il buio scende e ancora non
abbiamo trovato un riparo
per i miei sogni e per le tue
onde. È salata l’aria, amara
l’attesa e buio questo buio
che aspetta un inciampo
prima della resurrezione.
Oggi ho incrociato una donna che stava raccontando di
avere fatto un fioretto sino a Pasqua: niente dolci, di nessun tipo. Era mezzo
secolo che non sentivo parlare di fioretti, rinunce, Quaresima e digiuni. C’è
un grande senso di futuro e di speranza nel periodo di Quaresima. Sappiamo cosa
accadrà, l’esito fatale del Venerdì Santo, così come conosciamo il senso della
Pasqua, il ritorno da quel luogo sconosciuto che tanto temiamo. Pasqua
significa Resurrezione, significa che il bene vincerà di nuovo sul male,
significa che la speranza sarà sempre più forte della paura.
Per questo posso lasciarmi andare allo sciabordio delle
onde che arriva dalla spiaggia e al crepitare della legna che arde nel fuoco. Non
sono solo rumori o suoni questi. Sono il canto del tempo che va e viene, che
ritorna e si allontana, poi torna, poi tace.
Questa è la Cronaca 370 e oggi è sabato 13 marzo del
secondo anno senza Carnevale, mia madre avrebbe compiuto 85 anni e ho sognato
che mi stava sorridendo. Prima della
Resurrezione è la quasi quotidiana poesia inedita che mi accompagna verso
la notte che viene.
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