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lunedì 8 febbraio 2016

Scrivo questi versi d'inverno, in questo paesaggio capace di fare a meno di me

Strofe veneziane
VIII

Scrivo questi versi, seduto all'aperto
su una sedia bianca,
d'inverno, con la sola giacca addosso,
dopo molti bicchieri, allargando gli zigomi
con frasi in madrelingua.
Nella tazza si raffredda il caffè.
Sciaborda la laguna, punendo con cento minimi sprazzi
la torbida pupilla con l'ansia di fissare nel ricordo
questo paesaggio, capace di fare a meno di me.

Iosif Brodskij
Poesie italiane

traduzione di Giovanni Buttafava e Serena Vitale
Adelphi 1996

martedì 19 gennaio 2016

è con questi che sto scrivendo

I miei furti al Commissariato: due magnifici notes a quadretti (gialli, laccati), un'intera scatola di penne, una boccetta di inchiostro rosso inglese.
E' con questi che sto scrivendo.

Marina Cvetaeva
Indizi terrestri
Diario moscovita 
1917-1919
a cura di Serena Vitale
Guanda 1980

lunedì 7 dicembre 2015

tutti i muri sono coperti di versi

Alle 10 la giornata è finita. Talvolta sego e taglio legna per il giorno dopo. Alle 11 o alle 12 vado a letto. Sono felice del lumino proprio accanto al guanciale, del silenzio, del quaderno, della sigaretta, talvolta - del pane.
Scrivo malamente, in fretta. Non ho annotato né le ascensions in soffitta - niente scala (l'hanno bruciata) - mi isso con una corda - per prendere le travi, né le continue ustioni delle braci che (impazienza? esasperazione?) afferro direttamente con le mani, né le corse su e giù per i kommissionnye (che abbiano venduto tutte le mie cose?) e per le cooperative (che distribuiscano?).
Non ho annotato la cosa più importante: l'allegria, l'acutezza di pensiero, le esplosioni di gioia ad ogni più piccolo colpo di fortuna, l'appassionata tensione di tutto l'essere - tutti i muri sono coperti di versi e di NB! per il taccuino.
In soffitta
(Dagli appunti moscoviti, 1919-1920)


Marina Cvetaeva
Indizi terrestri
Diario moscovita 
1917-1919
a cura di Serena Vitale
Guanda 1980

martedì 25 agosto 2015

Inondato di luce, ho seguito tutta la lunghezza della tenebra

Chinati, ti devo sussurrare all'orecchio qualcosa:
per tutto io sono grato, per un osso
di pollo come per lo stridio delle forbici che già un vuoto
ritagliano per me, perché quel vuoto è Tuo.
Non importa se è nero. E non importa
se in esso non c’è mano, e non c’è viso, né il suo ovale.
La cosa quanto più è invisibile, tanto più è certo
che sulla terra è esistita una volta,
e quindi tanto più essa è dovunque.
Sei stato il primo a cui è accaduto, vero?
E può tenersi a un chiodo solamente
ciò che in due parti uguali non si può dividere.
Io sono stato a Roma. Inondato di luce. Come
può soltanto sognare un frammento! Una dracma
d’oro è rimasta sopra la mia retina.
Basta per tutta la lunghezza della tenebra.


Iosif Brodskij
Poesie italiane

traduzione di Giovanni Buttafava e Serena Vitale
Adelphi 1996


giovedì 17 maggio 2012

L'impeto del tuo oceano

Ho aperto l’atlante (per me la geografia non è una scienza, ma un insieme di rapporti di cui mi affretto ad approfittare) ed ecco, tu sei già segnata nella mia mappa interiore: da qualche parte fra Mosca e Toledo, ho creato uno spazio per l’impeto del tuo oceano. 


Rainer Maria Rilke a Marina Cvetaeva




Rainer Maria Rilke - Marina Cvetaeva - Boris Pasternak
Il settimo sogno. Lettere 1926
Editori Riuniti 1980
edizione italiana a cura di Serena Vitale

sabato 5 maggio 2012

Lo scrittore e il testo

Lo scrittore e il testo sono sono creati da una terza dimensione - da una profondità che innalza verticalmente il detto e il raffigurato sopra la pagina e, cosa ancora più importante, separa il libro dal suo autore.


dalla lettera del 20 aprile 1926 di Pasternak alla Cvetaeva


Rainer Maria Rilke - Marina Cvetaeva - Boris Pasternak
Il settimo sogno. Lettere 1926
Editori Riuniti 1980
edizione italiana a cura di Serena Vitale

domenica 8 aprile 2012

Il terzo modo per sopravvivere come scrittore

"Uno scrittore ha soltanto due modi per sopravvivere: scrivere per sé e mantenersi con un altro lavoro, oppure chiudersi in casa e interrogarsi sul senso dell'esistenza. Non ne esiste un terzo. E io ho scelto il terzo".

ancora Viktor Šklovskij dai ricordi di Serena Vitale nel suo bellissimo libro A Mosca, a Mosca!

Il talento e il furore

"Non ho mai avuto talento, il mio è solo un trattenuto furore..."

Viktor Šklovskij dai ricordi di Serena Vitale nel suo bellissimo libro A Mosca, a Mosca!