mercoledì 3 marzo 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/360: lo sanno le nuvole che non si trasformano in pioggia

 


 

Continuo a fidarmi delle ombre, io che sono un’adoratrice della luce, ho imparato che è l’ombra a dare forma al nostro pensiero. Noi, la luce, una superficie di atterraggio ed ecco che l’ombra si manifesta e svela una realtà diversa, dove conta la forma e non il colore.

L’ombra è luce nera, non rifratta, se anche pensiamo di essere noi i veri agenti di questo movimento, è la luce che ci dona sia i colori che l’ombra. Senza luce vagheremmo come i pesci mostruosi delle profondità marine. Senza occhi, solo bocca e respirazione, solo cibo, solo l’atto del mangiare per conoscere il mondo.

Anche i bambini piccoli imparano a conoscere il mondo attraverso la bocca e il senso del gusto e presto imparano che non tutto può essere imparato attraverso la bocca.

In questo primo anno di pandemia e di confinamento i nostri sensi sono stati messi a dura prova, certo, camminiamo, guardiamo il cielo, ascoltiamo e respiriamo il mare, abbiamo cura di piante e fiori. Ma più le cose sono interdette, più le desideriamo, l’ho imparato presto anch’io.

Quello che davvero vorrei in questo momento, è prendere la macchina, una tenda e partire verso la Francia o verso il nord Europa, come ho fatto tante volte da ragazza. Partire con una mappa cartacea, segnare i luoghi da visitare dopo avere letto la guida Michelin e andare. Andare con in mente solo una vaghissima idea della meta, non sapere chi avremmo conosciuto, quali cibi mangiato e sotto quale cielo dormito. Questo è per me un bel modo per scoprire il mondo e l’ho fatto più volte in giro per l’Europa, negli USA e in Medio Oriente. Mi mancano ancora tante mete da raggiungere.

L’anno scorso avevo previsto di visitare Mosca e San Pietroburgo e poi le isole di Cefalonia e Itaca in estate e New York in autunno. Come per tutto il resto dell’umanità, i viaggi sono rimasti desideri e io continuo a fantasticare su come sarà andarci un giorno.

Così, mentre ascolto il chioccolio dell’acqua nella fontana in fondo al giardino, immagino di prendere un traghetto per andare sull’altra riva. Altra riva di cosa ancora non lo so, ma un’altra riva da raggiungere c’è sempre.

 

 

Perdere il luogo dove non saremo mai stati

 

La verità del fiume è che

non possiamo stare nello

stesso momento nell’acqua,

sulla riva sinistra o su quella

opposta. Sono tre spazi e noi

possiamo stare solo in uno e

muoverci seguendo la corrente

da un angolo all’altro, sempre

pronti a perdere il luogo dove

non saremo mai più o dove non

saremo mai stati. La saggezza

dell’acqua sta tutta qui, ci mostra

il movimento e la direzione, a

noi scegliere se nuotare, salire

su una barca o stare a riva

sdraiati a guardarla passare o

guardare il cielo, un altro modo

di essere umani e sognatori.

Lo sanno le nuvole che non si

trasformano in pioggia, lo sa

l’acqua che riposa in cielo e si

prepara alla caduta. E noi,

che caduti lo siamo già, aspettiamo

e aspettiamo anche quando non

sappiamo bene cosa.

 

Così saluto questo mercoledì 3 marzo del secondo anno senza Carnevale, con una poesia inedita, scritta per questa Cronaca 360 e i viaggi che farò, vivi tra lo sguardo e il cuore.

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