Il
mare, il mare finalmente! Non ci sono venuta che per pochi giorni e già mi
mancavano l’aria profumata, il suono delle onde, la salsedine che ricopre di
una lieve armatura tutto il corpo. Sono stata in spiaggia dall’alba sino a poco
fa e non ho nemmeno più contato i bagni che ho fatto, perché so che sono gli
ultimi della stagione, perché l’aria è diventata più liquida e la luce ha
assunto quella sfumatura di un giallo tenue che è tipico di settembre. Potrei continuare
a giocare con i bambini, saltellare su un piede solo, ma è arrivato il tempo di
salutare i pesci e le conchiglie e iniziare a sognare come sarà ritornarci
nella prossima estate. Magari ci tornerò ancora nei prossimi giorni, ma le
fughe settembrine faranno parte di un’altra stagione e questa estate di quiete,
sogni in giardino, scrittura e lettura, viaggi intorno alle mie stanze si
chiude in questa giornata di sole e di caldo, ma non troppo. È sempre così la
fine dell’estate nella terra ai piedi delle Montagne della Nebbia e poi a Milano,
ma almeno non ci sono stati acquazzoni, solo questo lento declinare della luce
e la nostalgia che si mescola con l’attesa dell’autunno.
Le polaroid di
qualche decennio fa
Ho
ascoltato le parole di
ogni
stagione, le ascolto
da
millenni ormai, e sempre
mi
stupisco perché le voci
che
io sento arrivano da
un
silenzio che non ha inizio
e
si perdono in questa
luce
che illumina ogni
sillaba
e ogni intenzione.
Lascio
andare l’estate
verso
la pace dei mesi,
accolgo
l’autunno, sempre
in
anticipo, come accade
a
ogni nuovo inizio. Non
si
ribella l’estate, scende
nel
silenzio e nelle stesse
polaroid
sbiadite di qualche
decennio
fa.
È
ora di andare, raccolgo la borsa di paglia intrecciata, l’asciugamano a righe
bianche e rosse, le infradito dorate e il cappello comprato all’isola d’Elba in
un’altra estate incorniciata nei ricordi. Guardo l’acqua che cambia colore, ci
sono i bambini che danzano ancora al suono di una canzone che io non riesco più
a sentire, ci sogni i sogni che si affollano sulle onde placide che sfiorano la
riva, prima di svanire in sbuffi di schiuma bianca.
Brucerà
la stagione nei fuochi della sera, bruceranno i ricordi e uno dei bambini si
chiederà quando è stato, qual era l’anno in cui aveva ballato in spiaggia con
le sue sorelline.
Oggi
è domenica 29 agosto del secondo anno senza Carnevale, una giornata di mare,
dove sono costretta a lasciare questa Cronaca 539 con i piedi a mollo, perché l’autunno
– mi dice – non è ancora affar suo.
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