Come tutti cerco di ricordare a quando risale un agosto così fresco e piovoso. Agosto era il mese del solleone, di ferragosto, del mare, dei cocomeri freddi addentati con gusto. Era il mese della transumanza dalle grandi città verso le località di villeggiatura. Qui a Milano era bellissimo fare le ferie tra giugno e luglio, magari con qualche coda a settembre, e godere appieno della città quasi silenziosa, dei negozi chiusi, del traffico scarso, dell’assenza di voci.
Faceva
un gran caldo un tempo, faceva un caldo soffocante che certo non mi manca. Osservo
le nuvole e dopo poco scoppia l’ennesimo temporale, fa davvero freschetto, è
meglio rientrare in casa. Ma quelle nuvole mi sono rimaste ferme negli occhi.
La solitudine delle
nuvole
Piove,
piove perché
stanno
le nuvole tutte
strette
nel cielo e si
lamentano
perché non
c’è
spazio per andare
e
sciogliere quell’abbraccio
non
desiderato. Sono
solitarie
le nuvole, a loro
piace
vagabondare in
solitudine
e quel che
fanno
insieme è colpa
del
vento. Ma neanche
la
pioggia le consola, né
la
neve. Svaniscono
felici,
solo quando è
il
sole a vincere il vento.
Complice
il tempo che non invogliava certo a uscire, ho iniziato a sistemare i cassetti
della biancheria. Quante cose vecchie da buttare, e poi nelle prime ante dell’armadio
quanti abiti che non uso da almeno due stagioni e che non metterò mai più. Inizio
a scegliere cosa scartare, non è difficile, ogni abito ha una storia, un
ricordo, una scena almeno dove collocarlo. Ma oggi ho deciso che il passato
colerà via con l’acqua piovana. Non tutte le storie devono essere raccontate,
non tutte le storie vogliono essere raccontate.
Oggi è mercoledì 4 agosto del secondo anno senza Carnevale e questa Cronaca 514 è fresca e piovosa proprio come questo giorno che sta implodendo nella notte che viene.
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