Storie
del Mediterraneo/2
Eravamo ancora sdraiati intorno al fuoco, Philippe non parlava e Magali non gli chiese più niente. Le fiamme crepitavano e le scintille salivano verso il cielo stellato creando questo gioco di specchi, per cui sembrava che fossero le stelle a caderci negli occhi. Poi, Philippe iniziò a parlare.
- Non ho molto da raccontare, nella vita ho sempre fatto le cose che mi venivano richieste dalla famiglia e dalla società. Ho studiato con ottimi risultati, sono laureato in economia, lavoro in una grande società di investimenti, ho avuto molte relazioni, ma solo due storie importanti. Qualche mese fa ho lasciato la mia ultima ragazza perché non avevo altro da dirle, non sapevo cosa dirle e anche lei con me si annoiava. Conosco Luis e Michel dai tempi dell’asilo. Siamo inseparabili come i tre moschettieri, abbiamo studiato sempre insieme sino all’università, quando loro due hanno preso strade diverse, Michel architettura e Luis medicina. Alla fine ognuno di noi ha seguito le orme paterne, come si diceva un tempo. A volte penso di essere nato vecchio, perché non ho mai avuto il desiderio di fare cose diverse da quelle che ho fatto. Non mi sono mai drogato, non bevo… sono un tipo troppo normale e banale e attiro solo donne normali e banali. Forse c’è qualcosa di più, forse posso aspettarmi qualcosa di più. Non sono mai stato un grande lettore, le storie mi interessano poco, però qualche romanzo, soprattutto i classici, li ho letti da ragazzo. Ma ho sempre sperato che la vita andasse oltre, che ci fosse un altrove dove sperimentare la felicità. E invece… adesso ogni tanto leggo qualche romanzo contemporaneo, e più ne leggo, più penso che il nostro mondo sia sempre meno interessante, sempre più banale e che sono stati fortunati quelli nati nei secoli precedenti. Certo, lo so che non avevano vite facili, ma credevano sempre in qualcosa, fosse Dio, il Re o la Scienza, o ancora l’Arte. Avevano principi solidi e obiettivi, i principi solidi li ho anch’io, ma perché me li hanno inculcati sin da bambino e mi chiedo sempre più spesso chi io sia davvero… un conformista, un uomo agiato che non ha mai dovuto rischiare nulla. Questa traversata del Mediterraneo in barca, con l’essenziale per vivere, senza una mèta precisa, ma solo con le mappe e il sestante per orientarci, è la cosa più avventurosa che mi sia mai capitata. Devo ringraziare i miei amici che in barca sanno andarci, fosse stato per me, sarei sdraiato sulla stessa spiaggia in Costa Azzurra anche quest’anno.
Era vero che ci conoscevamo da sempre, ma non avrei mai immaginato che Philippe vivesse con questo carico di noia esistenziale, con questa mancanza di senso e mi dispiaceva, perché né io né Luis lo avevamo capito o immaginato, perché noi facevamo un lavoro in cui ci riconoscevamo e avevamo ancora fede nella scienza se non in Dio.
Lasciammo
che il fuoco si spegnesse, l’aria della notte era ancora tiepida e senza i
bagliori delle fiamme intorno a noi, potevamo immergerci nella stellata che ci
sovrastava e che, guardandola fissa, sembrava che stesse cadendo su di noi. Dagli
alberi dietro il capanno di Magali i grilli iniziarono a sussurrare il loro canto
e io pensavo a quanto ero fortunato ad amare le case e a poterne costruire e
ristrutturare diverse ogni anno. Forse Philippe doveva cambiare lavoro, ma non
avevo idea di cosa avrebbe potuto fare visti i suoi studi. Ero curioso di
sapere cosa avrebbe raccontato Luis, ma nessuno parlava e ci addormentammo. Sognai
di danzare in cerchio intorno a un fuoco enorme con i miei amici e Magali,
eravamo vestiti di pelli e avevamo strisce rosse e nere sulle guance e sul
petto e la parte superiore del viso era pitturata di bianco. Sembravamo dei
selvaggi, forse erano solo le nostre anime che chiedevano di essere liberate.
Fu
l’alba a svegliarmi, mentre tutti dormivano andai a bagnarmi alla fontana, non
volevo allontanarmi, sentivo che fare tutto insieme fosse la cosa più
importante in quel momento. Magali dormiva sul fianco destro, i lunghi capelli
sparsi intorno come una coperta, aveva mani lunghe e bellissime che non avevo
notato il giorno prima. Sapevo che avrei potuto innamorarmi di lei, ma forse
sarebbe stata la cosa più scontata, non volevo che accadesse, almeno non volevo
che accadesse subito.
Continua così questa nuova avventura nell’isola misteriosa con la Cronaca 523 di venerdì 13 agosto del secondo anno senza Carnevale. Con questo caldo scrivere è strappare ogni parola all’ombra del pomeriggio, ma non riesco a non farlo, devo scoprire anch’io chi sono queste persone e cosa succederà loro.
Nessun commento:
Posta un commento