I nostri corpi, noi, occupiamo svariate posizioni nello
spazio e solo una alla volta. Siamo immersi nell’aria o nell’acqua. Camminiamo
e nuotiamo alla nostra maniera. Ma non possiamo volare senza un ausilio
esterno. Riusciamo a staccare l’ombra da terra ma non abbiamo ali, solo il
desiderio di averle.
Negli altri due elementi, terra e fuoco, non possiamo
vivere. Il fuoco divora l’aria intorno e muta irrimediabilmente ciò che tocca.
La terra possiamo scavarla, ma per viverci dobbiamo avere tutta aria intorno.
Nell’aria possiamo camminare, fermarci in piedi, sederci,
inginocchiarci, sdraiarci, saltare, voltarci.
Una posizione più di tutte è consona ai sogni e alle
fantasie, all’amore e al riposo. Sdraiati possiamo contemplare il cielo e
coprire la nostra ombra tutta intera, per far sì che anch’essa possa trovare
riposo.
Un
luogo di desideri e poesia
Non mi importa il peso, non
il calore, sto al riparo dai
tuoi pensieri e guardo il mondo
solo con gli occhi dell’immaginazione.
Il tuo sguardo, invece, disegna
cerchi e traiettorie infinite, solletica
i rami e non si ferma là dove finisce
il cielo. Quel confine e il desiderio di
varcarlo sono un unico moto che
spinge l’anima a rotolarsi nel
prato come un cucciolo alla sua
prima uscita. Perché se il corpo
ha limite nei suoi stessi sensi, per
l’anima il gioco è altro. Perché
l’anima conosce i misteri del mondo
e se ne nutre, accarezza gli sguardi
degli amanti e dorme con il capo
sotto l’ala e sogna, sogna con tutte
le anime di essere in quel luogo che
noi creiamo con i desideri e la poesia.
D’inverno non è semplice sdraiarsi a contemplare il
cielo, ma è bello farlo, anche per pochi istanti. Una vecchia coperta e il nido
è pronto. Guardo il cielo azzurrino, le rade nuvole, ascolto il silenzio degli
uccellini, il canto solitario della fontana e poi il gatto curioso che viene ad
annusarmi e a ronzare nelle orecchie. Potrei quasi addormentarmi, finire
congelata, ammalarmi, ma resisto finché posso e l’oscurità della notte, il mio
inchiostro non ancora diventato parola, tinge il mio cielo cristallino e mi
spinge a rientrare.
La casa è calda, i lupi e i gatti sono davanti al
focolare, metto il bollitore sulla stufa per scaldare l’acqua e preparare il
tè. Nel forno cuoce della pasta condita con ragù e verdure. Butto nel fuoco le
bucce del mandarino e inizio a scrivere.
Oggi è venerdì 29 gennaio del secondo anno senza
Carnevale che profuma d’inverno e di ricordi buoni e Un luogo di desideri e poesia è inedita, l’ho scritta per questa Cronaca
327.
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