venerdì 29 gennaio 2021

Cronache dall’anno senza Carnevale/327: la nostra posizione nell’aria è stare nel luogo di desideri e poesia

 


 

I nostri corpi, noi, occupiamo svariate posizioni nello spazio e solo una alla volta. Siamo immersi nell’aria o nell’acqua. Camminiamo e nuotiamo alla nostra maniera. Ma non possiamo volare senza un ausilio esterno. Riusciamo a staccare l’ombra da terra ma non abbiamo ali, solo il desiderio di averle.

Negli altri due elementi, terra e fuoco, non possiamo vivere. Il fuoco divora l’aria intorno e muta irrimediabilmente ciò che tocca. La terra possiamo scavarla, ma per viverci dobbiamo avere tutta aria intorno.

Nell’aria possiamo camminare, fermarci in piedi, sederci, inginocchiarci, sdraiarci, saltare, voltarci.

Una posizione più di tutte è consona ai sogni e alle fantasie, all’amore e al riposo. Sdraiati possiamo contemplare il cielo e coprire la nostra ombra tutta intera, per far sì che anch’essa possa trovare riposo.

 

 

Un luogo di desideri e poesia

 

Non mi importa il peso, non

il calore, sto al riparo dai

tuoi pensieri e guardo il mondo

solo con gli occhi dell’immaginazione.

Il tuo sguardo, invece, disegna

cerchi e traiettorie infinite, solletica

i rami e non si ferma là dove finisce

il cielo. Quel confine e il desiderio di

varcarlo sono un unico moto che

spinge l’anima a rotolarsi nel

prato come un cucciolo alla sua

prima uscita. Perché se il corpo

ha limite nei suoi stessi sensi, per

l’anima il gioco è altro. Perché

l’anima conosce i misteri del mondo

e se ne nutre, accarezza gli sguardi

degli amanti e dorme con il capo

sotto l’ala e sogna, sogna con tutte

le anime di essere in quel luogo che

noi creiamo con i desideri e la poesia.

 

D’inverno non è semplice sdraiarsi a contemplare il cielo, ma è bello farlo, anche per pochi istanti. Una vecchia coperta e il nido è pronto. Guardo il cielo azzurrino, le rade nuvole, ascolto il silenzio degli uccellini, il canto solitario della fontana e poi il gatto curioso che viene ad annusarmi e a ronzare nelle orecchie. Potrei quasi addormentarmi, finire congelata, ammalarmi, ma resisto finché posso e l’oscurità della notte, il mio inchiostro non ancora diventato parola, tinge il mio cielo cristallino e mi spinge a rientrare.

La casa è calda, i lupi e i gatti sono davanti al focolare, metto il bollitore sulla stufa per scaldare l’acqua e preparare il tè. Nel forno cuoce della pasta condita con ragù e verdure. Butto nel fuoco le bucce del mandarino e inizio a scrivere.

Oggi è venerdì 29 gennaio del secondo anno senza Carnevale che profuma d’inverno e di ricordi buoni e Un luogo di desideri e poesia è inedita, l’ho scritta per questa Cronaca 327.

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