domenica 17 gennaio 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/315: la tua pelle sfoglia ancora l’alfabeto delle nuvole

 



Una domenica pomeriggio, fa freddo, e il tempo continua a sembrare lo stesso dell’alba invernale, bianca e rosa, luminosa, rarefatta e solitaria. Neanche le cornacchie infrangono questa quiete della stagione e così possiamo solcare le strade come fossimo condottieri e non semplici passanti.

Poi ritorniamo e sorprendiamo la nostra abitazione che, ancora, non era pronta al nostro rientro. La sarabanda degli oggetti era ancora in corso e danzavano nell’aria i fogli manoscritti e i libri suonavano una melodia sconosciuta dai loro scranni, orchestra della memoria umana dove la nostra voce è inconsapevole direttore.

Mi accoglie la mia dimora, ma sono una tra i molti che vi hanno abitato nel corso dei decenni, quante storie da raccontare hanno queste mura?

 

Le ombre sono i gatti dell’invisibile

 

Ogni casa custodisce un segreto,

piccola ombra che emergi da un

angolo, da quale ritaglio di spazio

e tempo arrivi sino a noi? Parlano

le ombre, non sempre, se interrogate,

parlano e ridono sottovoce, solleticano

l’angolo che le ha protette e che ha

dato loro il via libera. Pochi umani

in giro, sono usciti a respirare il freddo

prima che la notte scenda e inghiotta

le ombre che non sanno gestire, ne

hanno paura e le scansano, non

hanno ancora imparato le verità

celate tra le cose non dette e

i rimpianti dell’inverno nel suo colmo,

padrone delle vite e dei nostri pensieri.

Si allarga l’angolo e le ombre si stirano,

sono i gatti dell’invisibile che abita

con noi. Allungo una mano e ne

sento la consistenza, la ritraggo

e un’intera costellazione risplende

là, dove c’erano le mie dita. Tutte

le linee indicano ormai solo una

strada, dove la poesia è cammino

e viaggiatore all’unisono, dove

il tempo è un bambino che corre,

un sogno dimenticato, l’ombra

tra il mio letto e un pensiero che

non diventa parola, ma solo

contemplazione per quella rosa

che sboccia nel gelo e ci ricorda

che è tempo, che è tempo

che sia tempo.

 

Così esploro la casa, ogni anfratto, cerco tracce di chi mi ha preceduto, risposte a domande non pronunciate. Scottano le pareti là dove altre mani si sono fermate, il pavimento diventa sabbia sotto ai miei piedi, quando calpesto impronte che arrivano dal passato. Se le ombre escono dagli angoli delle stanze, bisogna essere preparati ai tempi che si confondono e alle stelle che precipitano perché sentono anch’esse il richiamo di ciò che ritorno a essere visibile.

Il tempo si ammanta di invisibile per nascondere ai nostri occhi che tutto continua a esistere e respirare anche se con diversa frequenza. Quando l’invisibile si crepa, ecco che sentiamo le voci non solo nella nostra testa, ecco che anime del passato ci sorridono e tutto si apre nella gioia e nello stupore.

Oggi deve essere accaduto proprio questo, che il tempo si sia sfilacciato, che il sarto accorto abbia saltato un punto e visioni dell’altrove, di uno degli altrove, si siano manifestate.

 

Meraviglie

 

Ormai conosci a memoria le stanze,

il confine degli oggetti,

il loro sogno di essere irreali,

di diventare luce.

 

Le cose tendono alla nudità,

la teiera, il cucchiaino,

vegeta il tuo giardino,

si riflette negli specchi.

 

Non sei fatta per i miti, la tua pelle

sfoglia ancora l’alfabeto delle nuvole,

e ti accetto così. Mi ricompensi

con le tue meraviglie,

quella stupefazione nei tuoi occhi

se le farfalle sono mortali,

se la Terra ruota su se stessa

in un tempo dato.

 

Accolgo il dono di questa poesia e di questa sincronicità nella mia tessitura che ricuce il tempo, laddove il sarto, oggi, fa fatica a tenere insieme la stoffa e il filo. Quest’oggi è domenica 17 gennaio del secondo anno senza Carnevale. La Cronaca 315 ruota intorno alla doppia stella delle poesie inedite che avete appena letto. Meraviglie è di Danilo Bramati e Le ombre sono i gatti dell’invisibile è mia e risuona di Paul Celan, entrambe scritte in questo giorno d’inverno e d’incertezza. Le nuvole erano in cielo, sopra Milano il 17 luglio del 2016.

Nessun commento: