Ecco che è arrivato il giorno che chiude il periodo
festivo. Tra Re Magi e Befana un tempo anche questa era una grande giornata di
festa.
Oggi è stata una giornata quieta, di contemplazione del
cielo nuvoloso dove, di tanto in tanto si insinuavano frammenti di azzurro che
mi hanno fatto vivere in un quadro di Corot.
Dove arrivano le nuvole
Non è mai lo stesso il luogo
dove le nuvole arrivano e
chiamano l’alfabeto terrestre
a testimoniare la loro presenza.
Quaggiù gli alberi non possono
far altro che rispondere e
gioire di questa sorpresa, ogni
albero ha la sua nuvola, ogni
nuvola le sue radici. È così
che scopriamo che niente
scompare mai davvero, che
nessuno se n’è andato e
nessuno tornerà. L’invisibile
è il riflesso nello specchio
della realtà.
Posso continuare a stare acciambellata in poltrona, con
il quaderno sulle ginocchia a respirare il profumo del tè, a scrivere poesie, a
pensare ai giorni felici senza voltarmi indietro. E di questo scriverò domani.
Oggi è mercoledì 6 gennaio del secondo degli anni senza
Carnevale, la poesia è inedita e l’ho scritta per questa Cronaca.
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