Entrare nel nuovo mattino così come si esce dal mare, i sogni gocciolano e scivolano via dalla nostra pelle.
Bisogna fermarsi un momento almeno a prendere fiato e
girarsi a guardare l’orizzonte sempre più lontano, dove il sole sorge e
illumina l’aria tutto intorno.
Ma un sogno mi è rimasto sul dorso della mano sinistra,
pare una farfalla, si contorce nella luce e mi consegna l’immagine di tre libri
con le copertine nera, bianca e rossa.
Sono libri scritti o libri da scrivere? Le pagine bianche
si alternano a quelle manoscritte, penso alla cosa più ovvia, all’alchimia, a
Jung, alle trasformazioni continue che avvengono non solo con noi e dentro di
noi, ma a volte senza la nostra collaborazione, o malgrado noi stessi.
L’opera al nero inizia in un’alba splendente, dalle dita
rosate. Questo è un nuovo inizio, non una falsa partenza, non come nei sogni
dove camminiamo senza avanzare mai.
Bisogna fidarsi del vento e delle onde
Il gioco non è mai in un unico
senso, non è solo lo spirito che
cerca la materia, è il nero profondo
e oscuro di ciò che rimane del giorno
dell’origine a decretare la forma e
la collaborazione. Uscire dal vaso
cosmico, poi entrare nel nuovo
mattino lasciando il sale seccarsi
sulla pelle e il mare farsi piccolo
così da entrare tutto nell’occhio
e salare le lacrime che sono state
che di nuovo saranno. Si nasce e
si rinasce in un dolore nuovo e
il tempo che è stato rimane
inerte come la forma del serpente
che ha mutato la sua pelle. Per
questo bisogna fidarsi del vento
e delle nuvole.
Bisogna credere alla forza della nostra natura profonda,
alla libertà che ci appartiene e che non dipende da quanto sta accadendo fuori
di noi, pandemia inclusa. Il nostro giardino interiore, la nostra ghianda che
cresce e la quercia che affonda le radici nella terra e i rami nel cielo.
Bisogna credere alla gioia che è in noi, anche se il
mondo continua a dirci che non c’è futuro, che non riavremo indietro le nostre
vite, che niente sarà più come prima. È vero, ma anche noi non saremo più
quelli di prima, come ogni giorno passato, come ogni giorno che sarà.
Oggi è martedì 12 gennaio del secondo anno senza
Carnevale e questa è la Cronaca 310. Bisogna fidarsi del vento e delle onde
è la mia poesia inedita, figlia di questa giornata fredda di sole e gelo.
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