Un giorno non sempre dura un giorno, a volte dura un
attimo, a volte una settimana. Quando faccio le cose che mi piacciono entro in
uno stato diverso della realtà e non mi accorgo di quello che mi accade intorno
e non ho nemmeno voglia di parlare. Così ripercorre il sentiero sino in fondo
al giardino e mi fermo ad ascoltare.
Il silenzio della neve mi sorprende
Quando non ho voglia di parlare
ascolto l’acqua in una delle sue
molte voci. In fondo al giardino
mi parla la fontana, mi parla
il ghiaccio sotto i passi incerti e
quando arrivo sino alla panchina
di pietra è la brina che lascia
scivolare altre parole. Alzo lo sguardo
verso il cielo e subito la pioggia riprende
a chiacchierare con la stessa baldanza
dei giorni più veri, dove la primavera
ha già dichiarato che tornerà. Il silenzio
della neve mi sorprende e mi esorta a
raggiungere il mare. Laggiù, lungo
la spiaggia risalgo seguendo le rive
dolci del nostro fiume. Tutte le voci
sono qui, alla rinfusa nel delta amaro
di pietre e sabbia e a quelle voci
altre voci si aggiungono e per questo
so che non saremo mai soli.
Quanto è mutevole la voce dell’acqua, quanto ancora
potrei scriverne, ma è tempo di ritornare alla Casa delle Parole e ascoltare le
voci umane che danno forma al mondo, a questo mio mondo fatto di neve e lunghi
silenzi.
So che è difficile sentire la propria vita che si dipana
in questi giorni che sembrano sempre l’unico stesso, infinito giorno. Siamo costretti
nelle case, chi può lavorarci, siamo costretti a stare lontani da chi amiamo,
siamo costretti a non conoscere persone nuove. Quindi dobbiamo avere cura di
tutto ciò che già abbiamo e che già siamo, potremmo scoprire cose inaudite.
Il
nostro orecchio continua a cercare meraviglie
Non ho rinunciato a cercare
nuovi sassi in spiaggia, lascio
le novità per giorni migliori
e mi diverto a lucidare quelli
che già tengo sulla scrivania.
Anche nelle pietre si sente
il rumore del mare, è solo
una leggenda che siano
le vuote conchiglie a tenere
il suono per darci forza quando
vacilliamo. Le pietre hanno
la forza del tempo che le sostiene
e il nostro orecchio continua a
cercare meraviglie.
Così si sta chiudendo anche giovedì 21 gennaio del
secondo anno senza Carnevale e questa è la Cronaca 319, rumorosa e in attesa
insieme alle due poesie inedite che ho scritto tra il pomeriggio e la sera.
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