Il mondo, gli incontri, le persone. Il mondo, la natura,
le piante. Il mondo, gli alberi, i fiori. Il mondo, le montagne, gli animali. Il
mondo, il mare, i sentieri. Il mondo, il cielo, le nuvole. Il mondo, la pioggia,
la neve.
Nella vita quotidiana ai tempi della pandemia, tutto ciò
che non è fatto di persone o dalle persone, ha preso il sopravvento. Dobbiamo evitare
di stare troppo vicino agli altri, se siamo fortunati e viviamo in paesi o
piccole città, abbiamo riscoperto i paesaggi e i luoghi che abitavamo senza più
guardarli.
Gli altri, il mondo delle persone, possiamo incontrarlo
soprattutto nei libri e nei film e che gioia vedere i visi liberi dalle
mascherine, che gioia riconoscere i sentimenti e le emozioni non solo dagli
occhi, ma da tutto il viso.
Dato che il mondo della città silenziosa si è ristretto ed
è anche gelido e vuoto, ho deciso che me ne starò un po’ di giorni, non so ancora
quanti, qui nella Casa delle Parole. Ho ritrovato i suoi abitanti stabili: il
re e la regina, il poeta e la narratrice, la sacerdotessa e il sapiente
guerriero, il misterioso architetto e i lupi.
Anche qui, ai piedi delle Montagne della Nebbia, il cielo
è bianco e la brina ha decorato tutto il mondo intorno. Qui ho respirato lo
stesso odore del gelo che impregna i maglioni nell’armadio e il profumo lieve
della legna che brucia nel camino.
Mi calmo, distribuisco i libri che ho portato in dono, il
profumo del tè al bergamotto si leva dalla mia tazza. Mi chiedono se ho molte
cose da raccontare. Sì, sono accadute molte cose, nel mondo della città
silenziosa, un politico narcisista e sconfitto, ha tentato di mettere in scacco
il governo. Al di là dell’oceano un altro politico, narcisista e sconfitto, ha
incitato alla rivolta e alla violenza i suoi sostenitori. Ma, forse, oggi
entrambi usciranno di scena e smetteranno di fare danni al mondo. Non sono
molte le persone, nella storia dell’umanità, che possono vantarsi di avere
lasciato il mondo in uno stato peggiore di quello in cui lo hanno trovato
nascendo. I grandi dittatori del Ventesimo Secolo di sicuro, tutti, nessuno
escluso. I piccoli giocatori d’azzardo che abbiamo visto in azione in questi
anni, forse, il mondo sarà riuscito a fermarli prima che i loro danni diventino
stabili. Dopo l’incursione della politica in questa Cronaca, torno a
sorseggiare il tè e a sfogliare il nuovo libro di poesie di Adam Zagajewski, ma
ancora non è tempo di soffermarsi con lui, a scoprire i suoi mondi. Oggi ho
bisogno della brevità poetica di Anne Perrier che traduco, un po’ liberamente,
per noi tutti:
Ho ripreso da sola i nostri bellissimi sentieri
Quelli che il tempo non poteva contenere
E che furono di stagione eterna
Sotto le api
Cammino da sola dove andavamo
Pupille azzurre, luce
Nell'aria limpidi uccelli
Fuoco
Questo è il dono dell’Altipiano della Luna, quella
libertà interiore che illumina anche le giornate più difficili.
E questa è la Cronaca 317 di martedì 19 gennaio del
secondo anno senza Carnevale. La
poesia di Anne Perrier, senza titolo, è tratta dal volume Lettres perdues
(1968 -1970) in La voie nomade et autres poèmes. Oeuvres complètes.
L’Escampette éditions, 2008.
J'ai repris seule nos
beaux chemins
Ceux que le temps
n'aurait pu contenir
Et qui furent
d'eternelle saison
Sous les abeilles
J'avance seule où nous
allions
Prunelles bleues
Dans l'air oiseuax
limpides
Feu
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