domenica 23 maggio 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/441. Variazioni sulla luce e sulle onde

 



Questa mattina molto presto sono uscita per andare a passeggiare in spiaggia. Tutto era ancora argenteo intorno a me e il piccolo movimento delle onde non faceva altro che disegnare arabeschi sulla spuma e sulla sabbia umida. Ci sono tracce di piccoli granchi e le bolle delle vongole che se ne stanno ben nascoste. Ancora non ci sono i gabbiani, il cielo è vuoto di nuvole. E così mi rendo conto che le descrizioni sono un alternarsi di vuoto e pieno rispetto a un paesaggio che abbiamo già guardato, come se dentro di noi si fosse annidato un paesaggio platonico cui andiamo a riferirci ogni volta.

Il mare più bello la mattina presto l’ho visto a Roskilde in Danimarca dopo una notte insonne. Il mare più bello l’ho visto a Biarritz nei paesi baschi francesi e l’ho visto al tramonto sulle spiagge degli sbarchi mentre il sole tramontava. Ho visto il mare più bello nella Baia del Silenzio a Sestri Levante, la mattina prestissimo con il primo chiarore dell’alba e il vuoto intorno. Ho visto il mare più bello nel piccolo golfo di Camogli, mentre raccoglievo sassi e scrivevo le poesie che sono poi confluite nel Sillabario della Luce. Ho passeggiato con mia madre sulla riva del mare a Villapiana Lido una mattina di luglio del 1985 e sulla stessa spiaggia ero tornata di corsa a tuffarmi da sola, mentre gli altri iniziavano a pranzare nell’agosto del 1969. Ho visto l’oceano intorno all’isola di Mount Desert nel Maine e intorno all’isola di Ouessant di fronte alle coste bretoni.

Ho sempre interrogato le onde ed è la luce che mi ha risposto.

Ho sempre interrogato la luce ma è il coro delle onde che si è avvicinato.

La luce dà loro forma, ma sono le onde a dare voce a questo sentimento di pienezza e di vita vera. Anche se la voce delle onde non è soltanto loro, perché è il vento che si avvicina e si allontana dalla nostra verità di quel momento e scolpisce l’occhio e lo sguardo più di quanto non sappiamo.

 

 

Tutte le nostre domande

 

Guardo la prima onda e

la interrogo: chi sei? Si

ritira prima della risposta

e allora vorrei fare la stessa

domanda alla seconda, ma lei

è più veloce: “Sono l’onda che

non ha misteri, arrivo e mi

infrango sulla stessa riva di

quelle che mi hanno preceduto”.

Mi aspetto una risposta uguale

da quella successiva, visto che

le onde tutte già conoscono

la mia domanda. “Sono l’onda

che custodisce i misteri e tu

non hai abbastanza occhi

per guardarmi dentro”.

Di che natura sarà l’onda che

arriverà terza nella mia conta?

“Da dove arrivo la verità ha sapore

di ruggine e mirto, il vento si

chiama Maestrale, e tu non

sei sulla rotta giusta per capire”.

Mi chiedo quale dovrà essere

quella domanda giusta per farmi

capire, ma arriva l’onda gemella

della precedente: “Non ci sono

verità in questo mare, solo acque

profonde e sconosciute, non

chiedere altro perché non avrai

risposte”. Alla fine capisco che

le onde sono variazioni della luce,

e la luce una fuga dell’essere

in fondo al mare, dove il

buio più profondo e verde,

fa riposare le domande senza

un perché, tutte le nostre domande.

 

 

Il mare più bello l’ho visto al Lido di Venezia nel luglio del 1984, ospite nella casa delle vacanze di un magistrato siciliano che l’aveva lasciata in eredità al nipote. A Trieste ho visto le onde della Barcola, di Miramare e di Duino dove ho cercato anche la voce di Rilke risuonare oltre le mura del castello e ho scoperto che le voci non svaniscono nel vento ma restano custodite nelle pietre e, a volte, riusciamo a liberarle con un solo tocco della mano.

Ho visto il mare bello di Lignano Sabbiadoro nell’agosto del 1988 in vacanza con mio fratello Alessandro, la sua ragazza Monica e il di lei fratellino Ivan. Piovve per una settimana, tranne una mattina, dove l’acqua era fresca ma non fredda e in spiaggia non c’era nessuno.

Ho visto le acque verdi della baia del fiume Hudson e le rive selvatiche del delta del Po. Ho visto il mare bello intorno a Lampedusa e intorno alle isole Aran, dove cercato tracce delle coste bretoni.

Mi sono innamorata delle spiagge delle isole toscane, soprattutto di quelle dell’isola d’Elba, e delle spiagge ai piedi del monte Conero nelle Marche, e sono anni che sogno di tornarci.

Con il mare, le onde e la luce, con le isole e gli scritti di Camus, sento quanto sia forte il mio legame con questa dimensione della nostra vita terrestre e marina.

Così continuo, in questa Cronaca 441 di domenica 23 maggio del secondo anno senza Carnevale a scrivere la lista dei mari, delle isole, delle spiagge che ho veduto e di quelle che ancora non ho visto, per poterci andare, prima o poi.

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