giovedì 20 maggio 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/438. Poetica dei giardini e delle stagioni

 

 


Ci sono almeno quattro ordini di giardini: quelli che circondano le case e i palazzi in cui viviamo in questo piano di realtà; ci sono poi stanze che sono anche giardini cresciuti nella penombra e nel silenzio, dove fiori e piante si affastellano e dove un’altra anima riposa accanto alla nostra nelle lunghe ore argentee che precedono l’alba o in quelle altrettanto lunghe che seguono il tramonto, prima che la notte si riappropri del mondo. Ci sono poi i giardini interiori, quelli dove dialoghiamo con la nostra anima, ci prendiamo cura di noi stessi e dialoghiamo con la moltitudine che ci abita e creiamo giorno dopo giorno, il senso del nostre essere al mondo. Ci sono poi i giardini immaginari, come quello dove passeggio ai piedi delle Montagne della Nebbia, dove tutti i giardini che ho amato sono confluiti e dove la mia anima si rigenera e trova conforto. Ogni giardino ha una sua bellezza legata al tempo e al clima, nei giardini primaverili la api impazziscono tuffandosi nei pollini, i fiori mutano il colore del mondo e le rondini dominano il cielo. Il giardino estivo è il regno delle cicale di giorno e dei grilli di notte e sono i girasoli a impazzire di luce. In autunno il giardino piano si spoglia delle foglie, i più preziosi ornamenti, e fanno capolino i rami nudi e i melograni, frutti della stagione di mezzo. Poi, d’inverno, ecco che il giardino è un canto imparato a memoria, un ricordo che teniamo vivo nel cuore e insieme alla neve che scende piano, pure noi dormiamo e sogniamo il verde tenero delle foglie che saranno.

Nel giardino che mi porto dentro, convivono sempre le quattro stagioni, ma la maggior parte del tempo la mia anima oscilla tra il giardino primaverile e quello estivo. Non è tempo per l’autunno, non ancora le rose chineranno il capo e si rassegneranno alla stagione invernale. Perché ci sono rose che fioriscono quando fioriscono e non sanno che novembre non è il mese della loro fioritura. Fioriscono e al mattino sono coperte di brina, ma danno conforto a chi le guarda come se il mese fosse ancora maggio.

Tra fiori e frutti riempio la mia tavola e poi torno nell’orto che è una propaggine del giardino e che nutre con delicatezza questa mia forma mortale. Oggi ho portato a casa pomodori, zucchine fiorite, cetrioli carosello e menta. Respiro ogni profumo, assaporo il mondo attraverso l’olfatto e viaggio nel tempo fino all’orto di mia nonna in Calabria e oscillo tra quel passato remoto e il futuro sempre ignoto che ci attende.

Nel mio giardino c’è un angolo riparato accanto a una bella fontana che canta tutto l’anno, tranne quando l’acqua gela e si presta a dare forma all’inverno. C’è una panchina, c’è un tavolo e lì posso fermarmi a leggere, studiare e scrivere. A volte ci resto anche se pioviggina per sentire la carezza dell’acqua sul mio viso e poi rientro in casa e accendo il focolare per scaldarmi e asciugarmi.

 

Come se fosse sempre maggio

 

C’è un giardino segreto in

ogni giardino, quel centro

invisibile che solo noi

conosciamo, quel sole che

non tramonta mai, quell’alba

ferma alla nostra sinistra e

che illumina il giorno nascente.

Dobbiamo solo muovere

lo sguardo e una via nuova

si aprirà in quel giardino

misterioso, ricco di fiori e

di frutti, che chiamiamo

 a volte anima, a volte

sogno e altre volte

amore. Quell’amore

che resta anche se ci

sembra che l’inverno non

passi mai.

 

 

Anche oggi è stata una giornata meravigliosa in tutti i giardini della mia anima e in quelli della mia fantasia, della città silenziosa e dell’Altipiano della Luna.

Il sole è ancora alto e questo giovedì 20 maggio del secondo anno senza Carnevale, si concentra sullo studio e sulla scrittura, mentre la Cronaca 438 starnazza con le consorelle nel laghetto della mia immaginazione, mentre la poesia è una nuova ninfea dalle sfumature rosate.

1 commento:

Unknown ha detto...

Sto leggendo "Sillabario della luce", ma sta finendo, allora ho cercato ed ho trovato il suo blog. Sono deliziata dalle sue parole: leggerla è un piacere che mi apre il cuore e la mente. Grazie per questi suoi regali
Simona Chiti