Quando si
muovono le gemelle sono sempre accompagnate dalle rondini, un vero corteo d’onore
che decora gli scialli e il cielo intorno. Andrey il pittore ha preceduto le
ragazze sul sentiero e ha iniziato un nuovo quadro. Ha dipinto anche la gemella
addormentata, le rondini e le case con i tetti rossi. Ormai sono tutti
consapevoli di essere protagonisti di un racconto, di un sogno e di diversi
quadri. Vorrebbero anche suggerire alla narratrice una trama un po’ più vivace,
ma sanno che dovranno tenere questo filo e aspettare che qualcosa accada, perché
qualcosa accade sempre.
Quando il cielo ci chiama per nome
I tetti
non servono a riparare
le case,
i tetti reggono la volta
del
cielo e sostengono i nidi
delle
rondini. Il cielo non è
aria, ma
un foglio chiaro che
le
rondini devono scrivere
sfrecciando
in picchiata. E
noi non
siamo che virgole
nel
discorso per la maggior
parte
del tempo e punti
fermi
quando il cielo cade
e le
rondini emigrano verso
l’altro
emisfero. Restano silenziosi
i tetti
senza rondini e senza
di noi nella
stanza a chiacchierare,
l’inizio
di una stagione sboccia
nella
fine di quella precedente,
un vaso,
un sasso e una foglia
le
uniche tracce della primavera
fredda
che stiamo vivendo. E noi
sogniamo
di avere ali altrettanto
forti e
aspettiamo che il nostro
cielo si
apra e ci chiami per nome.
Sono arrivate
le ragazze sino al sentiero e si fermano per ammirare il nuovo quadro del
pittore. Le rondini sfrecciano tutto intorno e dalle case ormai vicine arriva
un aroma di tè più forte di ogni altro richiamo. Cosa dovranno fare quando
saranno arrivati laggiù?
Me lo
chiedo mentre scrivo le ultime parole di questa Cronaca 429 di martedì 11
maggio del secondo anno senza Carnevale e la poesia mi chiama a scrivere
ancora.
Anche il quadro odierno è di Andrey Remnev.
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