Sono poche, pochissime le relazioni umane che restano salde anche nella lontananza, nell’assenza e nel silenzio. L’amicizia può resistere lo so, ne ho avuto la prova anche oggi, quando ho sentito il mio amico Ivan dopo due anni di lontananza, assenza e silenzio. L’amicizia si nutre di complicità, di vicinanza, di sostegno, di condivisione. E anche quando si è lontani possono bastare i pensieri e le intenzioni per nutrire questo sentimento che è uno dei più profondi. È difficile raccontare come un’amicizia nasce, è straziante raccontare come un’amicizia muore. Mi è capitato qualche volta che amiche e amici che ritenevo importanti si perdessero nel tempo, per noia, per disattenzione, per incuria. L’amicizia ha bisogno di cura e attenzione, durante questi mesi di pandemia non è stato facile tenere vive le amicizie, ma non è stato impossibile, perché le abbiamo nutrite di progetti e di ricordi, i due piatti della bilancia che nell’amicizia, quasi per miracolo, si equivalgono. Con il mio amico Ivan ho condiviso un significativo percorso intellettuale, di scambio continuo, di suggerimenti, di letture comuni. Eravamo giovani quando ci siamo conosciuti e pieni di entusiasmo, entrambi impegnati nel più grande sindacato italiano per parecchi anni, abbiamo provato a dare il nostro contributo. Ricordo con allegria quando, durante i direttivi, ci sedevamo vicini e costruivamo fortezze, torri e pinnacoli di libri, aspettando che i segretari venissero a curiosare. Siamo stati due personaggi molto scomodi, troppo indipendenti e per questo, e dirlo mi dispiace anche dopo un quarto di secolo, siamo stati allontanati con modalità e tempi diversi. Forse un giorno che sarò preda di maggiore furia autobiografica scriverò di quegli anni, ma oggi voglio solo festeggiare il mio amico ritrovato. Parlare con lui è stato riprendere il filo di un discorso mai interrotto, è stato ricominciare a tessere una tela comune di progetti e di futuro.
Per un amico ritrovato
Anche le
foglie conversano
oggi sui
rami e ridono. Io
rido e
mi ricordo, le nuvole
passano
veloci e oggi è
stata
una giornata sorprendente
perché ho
risentito la tua
voce
cara e il tempo si è
stirato
come un dormiente
al suo
risveglio, ora siamo
pronti a
riprendere insieme
quella
stessa strada.
Sì, è
stata davvero una bella giornata e non ho molto altro da raccontare, continuo a
sorridere al foglio e credo che questa Cronaca 422 di martedì 4 maggio del
secondo anno senza Carnevale, possa ripiegare le ali e chiudere gli occhi
ripetendo la sua poesia.
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