Tutto accade come in un sogno, forse è un sogno. Cammino verso casa e incontro vecchi amici, ci guardiamo e sorridiamo, loro parlano ma non in una lingua conosciuta, so che non posso fermarmi oltre, che devo andare. Arrivo alla casa dove c’è una sola finestra illuminata e che ha anche le imposte rosse. È ormai notte, come adesso, ma io vedo tutto intorno, ho una vista come quella di un gatto, il mondo è meraviglioso anche senza la luce del sole, senza neanche un riflesso.
Nessuno conosce la frontiera, tutti conoscono
il canto
Oltrepasso
il confine tra
i mondi,
che non è sottile
come
dicono, ma invisibile.
Restano
intrappolati sogni,
ricordi
e anche le nuvole,
in
queste mura che non
vediamo.
Non la paura
però,
non c’è paura, perché
nessuno
attraversa la frontiera
con gli
occhi aperti, nessuno
preferisce
andare e poi
tornare.
Siamo qui o là,
il mondo
intorno accade, e
nel
canto generale, si mescola
il
nostro canto, sconosciuto e
pieno di
stupore, così che
anche le
stelle debbano
affacciarsi
a chiedere chi
sia il
cantore.
Scritta tra
la veglia e il sogno questa Cronaca 410 di giovedì 22 aprile del secondo anno
senza Carnevale, dove nessuno sa fare previsioni, tutti vogliono uscire e le
rondini hanno invaso, infine, tutti i nostri cieli.
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