Imparare la notte non è semplice, è un impegno il cui esito non è scontato. Da bambini conosciamo la notte, abbiamo paura del buio, ma sappiamo abbandonarci al sonno come solo i gatti sanno fare allo stesso modo. La notte e il sogno coincidono, se arrivano gli incubi ci si risveglia di colpo, ma qualcuno si prenderà cura di noi e dei nostri incubi. Le minacce svaniscono con la luce, gli abbracci e le parole dolci confortano. Nei casi più seri occorre un bicchiere di latte tiepido e qualcuno che ci tenga abbracciati per farci riaddormentare.
Nel sonno
ridiventiamo tutti vulnerabili come bambini, per questo ci rassicura sapere che
qualcuno veglierà su di noi se ne avremo bisogno. Quando ero bambina e vivevo
con i miei genitori, era mio padre ad accorrere in caso di incubi, aveva il
sonno leggero e arrivava fulmineo a rassicurare. Ricordo i suoi interventi
soprattutto perché sono stati rari, il sonno e i sogni erano un momento
fondamentale della giornata, non tempo perso o non vissuto, ma tempo denso di
significato che ravvivava la vita da svegli, come quando si passa una
pennellata supplementare di olio su un dipinto già iniziato. Ricordo dormite
fenomenali nell’infanzia e nell’adolescenza, anche dodici ore di fila, ma non
ho ne ho nostalgia. Ogni età ha bisogno del suo sonno, così da adulta ho
iniziato ad andare a letto sempre più tardi per poter leggere, scrivere e
studiare, cosa che faccio ancora oggi. I piccoli riti per convocare il sonno
sono sempre gli stessi: una tisana, le ultime chiacchiere con le persone che
amo, un profumo gentile di lavanda sul cuscino, un libro che mi piace
abbastanza ma non mi appassiona, così non sono costretta a restare sveglia per
finirlo. La cura del sonno inizia così, anche quando mi occupo del sonno di
altre creature. Penso ai gatti, che dormono anche di giorno con le zampine che
gli proteggono gli occhi, che di notte vengono a dormire appollaiati sulla
nostra spalla con il musino incollato alla nostra guancia. Dovrei aprire una
grandissima digressione adesso, per parlare del sonno degli amanti e degli
amati, ma è una dimensione sacra e anche segreta. Mi fermo quindi sulla soglia
della camera da letto.
Quando dormi accanto a me
Il tuo
sonno è la prima
stella che
brilla sull’orizzonte,
una
guida sicura per
continuare
e non avere paura.
Attraversare
la notte e scrivere
parole con
la mano sinistra,
appartengono
al dominio dei
sogni. Non
si può eludere questo
brusco
richiamo che ci stacca
dalla
nostra veglia. Nostra e di
nessun
altro, perché ciascuno
sta
sveglio a modo suo e
ciascuno
si lascia rapire dal
mondo
dei sogni, quel mondo
dove
spesso ho avuto la percezione
che
quella fosse la vita vera e
l’altra
solo una pallida imitazione.
Mentre dormi
ti guardo
dormire,
respiro il profumo
della
tua tempia, sento
il
sangue che circola lento, non
occorre
l’affanno del mattino
per
compiere il proprio dovere.
Dormi allora,
amore mio, lascia
che l’Angelo
scuota le ali e che
le piume
siano soffici e che
il canto
della notte sia dolce
quando
dormi accanto a me.
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