C’è un
vento che spinge e un vento che sfiora; un vento trascina e l’altro scompiglia.
Un vento dà voce alle foglie e un vento più forte anche ai rami. Il vento delle
nuvole soffia molto in alto, il vento del mare sfiora le onde. I venti caldi ci
soffocano, quelli gelidi ci intirizziscono. Il venticello di primavera è
gradevole, quello d’autunno un po’ triste. Il vento scrive le sue poesie
modificando il volo degli uccelli, io scrivo le mie grazie alle acrobazie che
ne derivano, quando il cielo non è più soltanto un foglio da scrivere, ma è
diventato un foglio da decifrare. Il vento dell’inverno mi trascina nelle
steppe russe, quello dell’estate nelle isole mediterranee. I venti degli
equinozi, di solito, mi tengono ancorata qui nella città silenziosa. Quello primaverile
perché mi porta l’allegria dei germogli e dei boccioli; quello autunnale perché
trascina vecchi giornali e foglie secche, è malinconico e capisce la mia
malinconia, la fine della stagione che avanza e cieli sempre uguali sopra di
noi.
Il vento
a Milano continua a essere un evento, perché un tempo era raro e mai molesto. Da
qualche anno sono frequenti i venti di tramontana che ti spezzano il respiro e
quelli di scirocco che spezzano i pensieri. Mi chiedo, comunque, dove sarebbe
la mia poesia senza tutto il vento che la abita. Avrebbe forme diverse, suoni
diversi, e anche cieli differenti da attraversare. Il vento è un messaggero, il
vento è sovente anche messaggio. Bisogna solo fermarsi ad ascoltare e credere
nelle voci, nel coro delle voci portate dai venti. Così faccio e mi siedo su
una panchina vuota nel giardinetto accanto alla biblioteca. Alzo il cappuccio
sulla testa e il viso lo porgo al sole. A occhi chiusi potrei essere ovunque, a
occhi chiusi viaggio senza muovere un passo e questi viaggi immaginari mi fanno
felice.
Il vento in compagnia della prima rosa
C’è una
sola rosa in fondo al
giardino,
per questo la
guardo,
per questo ancora
non l’ho
raccolta. Le chiedo
dove
preferisce stare, ma
non
risponde perché sta
cantando
col vento. Poi
mi
sorride come sorridono
le rose,
reclinando i petali
e
girandosi verso il sole.
Portami con
te, la sento
sussurrare,
portami in
quel
piccolo vaso di cristallo
che
tieni sulla scrivania.
Non sarò
sola, ho tutto
il vento
al centro, tra
i petali,
che ancora mi
racconta
quelle storie
di
lontano, dove le rose
non
crescono ma sono
già
perfette dal giorno
della
creazione.
Mi piace
lasciare al caso le mie divagazioni, mescolare le rose e il vento, i sogni con
le nuvole e aspettare che un verso arrivi, che un verso non si fermi ma
suggerisca qualcosa alle ombre che iniziano ad abitare il mio giardino.
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