domenica 4 aprile 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale 392. Io inizio a imparare le tue impronte proprio all’inizio della stagione

 


Ma se il giorno della Resurrezione fosse il giorno dello sgomento? Se gli esseri umani che vivono nella terra senza ombre, loro stessi fatti d’ombra temessero più di ogni altra cosa proprio il fatto di dovere ritornare nella terra della luce, nella terra dove le cose iniziano e finiscono? Immaginavo questa mattina, i pianti delle donne, le urla degli uomini all’idea che il momento fosse giunto, che il Cristo sarebbe ritornato nel luogo della sua agonia. Anche lui temeva quel momento, eppure non si è mai sottratto all’obbligo del ritorno, nonostante sapesse che il tempo sarebbe stato poco nel nuovo passaggio, quel che temeva di più era rivedere gli amici e compagni per l’ultima volta e poi doverli abbandonare per sempre. Un’ultima sofferenza reiterata ma inevitabile.

Ecco che anche la Pasqua è arrivata e già il giorno volge verso il suo tramonto e noi siamo grati al Dio che si è incarnato una volta di più e che ha fatto ritorno da noi, gli sgomenti, gli impauriti, gli sfiniti da questa pandemia infinita. Una volta di più abbiamo provato la potenza del simbolo nelle nostre vite e la Resurrezione è la speranza di un domani diverso, di un futuro migliore.

 

Come la primavera conosce le margherite a memoria

 

Ho aspettato l’alba prima che

il sole apparisse, ho camminato

in riva al mare e ascoltato come

le onde sussurrassero il tuo nome.

Tutti sapevano che saresti tornato,

io pure non ho mai temuto un giorno

diverso, una fine diversa. Con il coro

delle onde pronuncio il tuo nome, con

il coro delle onde ti invoco e l’alba non

ti ha incontrato perché sei già nel tuo

nuovo cammino dove posso scegliere

di seguirti o stare immobile a rimpiangere

il passato. Ora che il tempo è un bambino

che sa a memoria ogni margherita nel

prato, io inizio a imparare le tue impronte

proprio all’inizio della stagione, e cammino.

 

Ho passato una giornata lieta in compagnia di belle persone, mio fratello, mia cognata, i miei nipoti, e di buoni libri. Il tempo era soleggiato, abbiamo avuto anche buon cibo sulla tavola, abbiamo sperato che l’anno venturo potremo essere liberi sotto un cielo di nuovo aperto. Buona Pasqua di Resurrezione amiche e amici, qui dalla città silenziosa e dalla terra della Montagne della Nebbia che salutano la Cronaca 392 di domenica 4 aprile del secondo anno senza Carnevale.

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