Ma se il
giorno della Resurrezione fosse il giorno dello sgomento? Se gli esseri umani
che vivono nella terra senza ombre, loro stessi fatti d’ombra temessero più di
ogni altra cosa proprio il fatto di dovere ritornare nella terra della luce,
nella terra dove le cose iniziano e finiscono? Immaginavo questa mattina, i
pianti delle donne, le urla degli uomini all’idea che il momento fosse giunto,
che il Cristo sarebbe ritornato nel luogo della sua agonia. Anche lui temeva quel
momento, eppure non si è mai sottratto all’obbligo del ritorno, nonostante
sapesse che il tempo sarebbe stato poco nel nuovo passaggio, quel che temeva di
più era rivedere gli amici e compagni per l’ultima volta e poi doverli
abbandonare per sempre. Un’ultima sofferenza reiterata ma inevitabile.
Ecco che
anche la Pasqua è arrivata e già il giorno volge verso il suo tramonto e noi
siamo grati al Dio che si è incarnato una volta di più e che ha fatto ritorno
da noi, gli sgomenti, gli impauriti, gli sfiniti da questa pandemia infinita. Una
volta di più abbiamo provato la potenza del simbolo nelle nostre vite e la
Resurrezione è la speranza di un domani diverso, di un futuro migliore.
Come la
primavera conosce le margherite a memoria
Ho aspettato
l’alba prima che
il sole
apparisse, ho camminato
in riva al
mare e ascoltato come
le onde
sussurrassero il tuo nome.
Tutti sapevano
che saresti tornato,
io pure non
ho mai temuto un giorno
diverso, una
fine diversa. Con il coro
delle onde
pronuncio il tuo nome, con
il coro delle
onde ti invoco e l’alba non
ti ha
incontrato perché sei già nel tuo
nuovo cammino
dove posso scegliere
di seguirti o
stare immobile a rimpiangere
il passato. Ora
che il tempo è un bambino
che sa a
memoria ogni margherita nel
prato, io
inizio a imparare le tue impronte
proprio all’inizio
della stagione, e cammino.
Ho passato
una giornata lieta in compagnia di belle persone, mio fratello, mia cognata, i
miei nipoti, e di buoni libri. Il tempo era soleggiato, abbiamo avuto anche
buon cibo sulla tavola, abbiamo sperato che l’anno venturo potremo essere
liberi sotto un cielo di nuovo aperto. Buona Pasqua di Resurrezione amiche e
amici, qui dalla città silenziosa e dalla terra della Montagne della Nebbia che
salutano la Cronaca 392 di domenica 4 aprile del secondo anno senza Carnevale.
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