Di che silenzio parleremo oggi? Abbiamo camminato a lungo seguendo il profilo del fiume, giù fino alla spiaggi,a dove il piccolo delta mescola grandi intenzioni nel poco spazio e il mare si apre ad accogliere i residui che arrivano dalle montagne, di ciò che è stato e non sarà più. Il silenzio del fiume e il silenzio del mare corrispondono alle loro voci. Un trascinamento infinito quella del fiume, un ritmo persistente e reiterato, quella del mare. Non esiste silenzio se non nella nostra immaginazione, mi è sempre più chiaro. Il silenzio del fiume è accompagnato dai salti dei pesci, dalle zanzare che volano sul pelo dell’acqua, dal gracidare delle rane, dal sibilo dei serpenti neri che sembrano anguille. Le cicale accompagnano ogni ansa, ogni svolta e prima del delta le acque saltellano lungo una piccola cascata e il suono di questo salto si mescola con il canto delle cicale, ma solo nella mia memoria, perché la stagione non è ancora arrivata. Preferisco il rumore del mare oggi, il vento è basso, le onde regolari, potrei dormire qui tra le dune e, infatti, lascio che gli dèi del sonno si avvicinino e mi si sdraino accanto; nel sogno sto cercando una casa al mare da affittare da maggio a settembre, viaggio con mia madre e lei sta bene. Così come mi hanno condotta in quell’altro livello di realtà che è il sogno, così mi riportano sulle rive di questa terra dolce gli dèi che hanno protetto il mio sonno. È l’ora di tornare verso casa e tu mi fai notare che non abbiamo detto nulla da questa mattina e che il silenzio è la terza creatura che vive delle nostre pause e della nostra quiete.
Come si chiama il silenzio
Non è in
poesia che possiamo
dire con
precisione cosa sia
il
silenzio. Si accomoda tra
le
parole, salta a capo prima
di noi,
stravolge le intenzioni
e ci
mostra, parola dopo parola,
che è
proprio lui a governare
questo
mondo. Non sono certo
i nostri
discorsi, non il canto
delle
rondini in picchiata, non
il vento
tra le foglie che oggi
sussurra
per poter dire cosa
il
silenzio sia. Il silenzio è
la tua
voce che mi manca, è
la tua
risata che sento risuonare
nel
telefono, è il tuo respiro che
ritorna
in riva al mare e piano
risale
verso questa casa e il nostro
giardino.
Il vero nome del silenzio
è
assenza, ormai l’abbiamo imparato.
Il tempo
cupo di questo sabato ha spento anche lo scintillio dei fiori primaverili, nel
giardino è tutto un inseguirsi di voci che non sono la nostra. Sono le voci
portate dal vento che restano prima impigliate nei rami dell’albero bellissimo,
laggiù nella città silenziosa e poi arrivano sino a qui, dove ci sono nidi pronti
e poesie che sbocciano sull’alto dei rami.
Oggi è
sabato 10 aprile del secondo anno senza Carnevale, un sabato di silenzio e
poesia dove abbiamo cercato un nome che già sapevamo per questa Cronaca 398.
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