Ci sarà
un viaggio nel cuore, ci sarà un viaggio che cambierà tutto intorno e dentro di
noi. Viaggiamo per scoprire altri modi di stare al mondo, viaggiamo per
cambiare il nostro orizzonte e accrescere i paesaggi, esteriori e interiori,
che conosciamo. Alcuni di noi cercano mète che confermino il già noto – la
stessa spiaggia o montagna ogni anno -, altri cercano la diversità, le
variazioni, nuovi profumi e nuovi sapori. Ho sempre oscillato tra il desiderio
di noto e ignoto, molto è dipeso dalle fasi della vita, dalle aspettative e dai
desideri, di certo il viaggio e il viaggiare meritano una lettera nell’Alfabeto
della Cura. Sono tante le accezioni di viaggio, migliaia i libri e i
viaggiatori che ne hanno scritti, centinaia di migliaia, forse milioni, le
persone che sono, o meglio erano, in giro per il mondo prima della pandemia. Muoversi
a piedi, in bicicletta, auto, aereo, treno fa parte delle attività normali che
la maggior parte di noi compiva senza darsi pensiero, perché muoversi fa parte
delle attitudini innate della nostra specie. Anche per questo la pandemia ci ha
colpito in maniera così forte, perché siamo costretti all’immobilità. Ma è
proprio in questa immobilità che possiamo ricordare i viaggi che abbiamo fatto
e quelli che vorremmo fare. Dovremo essere pronti per ricominciare a
vagabondare nel vasto mondo. Avendo cura di noi stessi, dei compagni di viaggio
e dei luoghi dove andremo. Il nostro sguardo potrà finalmente riposarsi proprio
perché non sarà costretto alla sola ripetizione della vita quotidiana, a
fermarci per troppo tempo nello stesso luogo e con le stesse cose intorno.
Un libro fatto d’aria e poche parole
Parto,
il viaggio non era
finito,
era solo sospeso,
appeso
tra due tempi
che non
avevamo sognato:
per
questo il passato non è
una
collezione di foto in
bianco e
nero, e il futuro
una tela
bianca da immaginare.
Resto senza
partire, non mi
serve andare
dove non
mi
conoscono e io sono
straniera
a me stessa:
sorrido
al vento e chiudo
questo
libro d’aria e
poche
parole.
Ecco,
dopo queste brevi annotazioni, posso ritornare alle mie mappe e immaginare le
strade, immaginare la rosa dei venti e i passi allegri che sono anche in questa
Cronaca 407 di lunedì 19 aprile del secondo anno senza Carnevale.
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