Non sapeva dove fosse, sentiva solo lo sciabordio delle onde molto vicino e si sentiva cullata, come se fosse su una barca non tanto grande. Ma poi si rese conto che lo sciabordio faceva parte di un sogno, mentre il rumore delle onde era reale. Dalla finestra socchiusa e ombreggiata dagli scuri che facevano filtrare solo lame di luce, entrava anche un piccolo vento profumato di salsedine, quindi doveva essere in riva al mare. Ma poi non sentì i gabbiani come si aspettava, ma le rondini e il ricordo delle città mediterranee che aveva visto, fu un tutt’uno con quella luce mattutina. Decise di non aprire gli occhi, non ancora, e di ascoltare solo quei suoni dove non c’era nessuna voce umana a sovrastare tutti gli altri.
Il viaggio che non sappiamo se mai finirà
Poiché è
abbastanza azzurra
l’alba e
chiaro il nostro cielo,
andiamo
per i sentieri senza
guardare
indietro, andiamo e
lievi
sulla terra non lasciamo
che
poche impronte e nessun
sospiro,
in questa luogo dove
vivono
l’immaginazione e anche
il
vento, che sempre cerca nuove
voci per
il suo coro oscillante,
mentre
le onde di ogni mare
proteggono
il viaggio di chi è
partito
senza avere una meta.
Come noi
che non sappiamo
se mai
questo viaggio finirà,
se
scopriremo terre sconosciute
o se
saremo costretti alle eterne
ripetizioni
di noi che siamo
arrivati
in scena a spettacolo
già
iniziato e le voci degli astanti
sono
frammenti di quelle stelle
dove
dovremo ritornare.
Come alla
maggior parte delle persone l’interno delle palpebre si affolla di immagini
sconosciute, quando si è fermi tra la veglia e il sonno, così lei sentiva le
voci che arrivavano in coro, tutte insieme, dal profondo del suo orecchio e
dopo le voci, ecco il ritmo della poesia che chiamava a sé le immagini e tutto
allora aveva un senso e anche una direzione.
Così è
stato il risveglio di questo sabato 19 giugno del secondo anno senza Carnevale
e questa Cronaca 468 ha iniziato a gorgheggiare molto presto, poco dopo l’alba
e ora si commiata dal mondo con gli ultimi bagliori di questo felice tramonto
estivo.
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