Ho
sempre amato il mese di giugno, da quando ero molto piccola, forse perché a
fine mese è il mio compleanno. Di sicuro perché è, come scriveva Carducci, “il
mese dei giorni lunghi e delle notti chiare”. In giugno è bello viaggiare,
Costa Azzurra, Provenza e Golfo del Leone, Parigi, la Spagna del Nord e il
Portogallo tra i molti viaggi fatti negli anni. Giugno è il mese dell’amore,
dei vagabondaggi nei prati e nei querceti, nei campi a guardare il grano quasi
maturo e i papaveri con i fiordalisi, i campi di orzo ancora verde e il vento
che spettina tutto. E, dato che non ci sono più le stagioni di una volta, le
sere di giugno non sono più lunghe e belle come un tempo. Sono almeno quindici
anni che giugno a Milano è un mese di nuvole e pioggia, di clima fresco più
d’inizio primavera che di quasi estate. Quindi sospiro, quando penso a quelle
giornate estive trascorse tra campi e prati giocando e correndo quando ero
bambina, penso alla fine della scuola e alle vacanze che iniziavano, alle gite
in campagna a raccogliere ciliegie, era l’anno degli esami di maturità, e a
leggere Il garofano rosso di
Vittorini. Giugno è anche la Festa della Repubblica Italiana, e oggi sono 75
anni, che ho sempre festeggiato con grande partecipazione. È sempre stato un
mese denso di avvenimenti giugno, dai primi lavori estivi che iniziavano non
appena finita la scuola durante gli anni delle superiori, alle scorpacciate
disordinate e infinite di libri che con la fine della scuola iniziavano.
Tra le ombre che condividiamo
La luce
mi cerca sempre
quando è
giugno e io
rispondo
con la devozione
di un’adepta
che da un anno
all’altro
aspetta il solstizio
estivo e
la gioia che celebriamo
inseguendo
il sole e sfuggendo
alla
notte. Non resteremo
soli in
questo buio, ci sono
sempre i
poeti, decifratori
del
mistero e custodi dei
segreti.
Anche qui resto
un’allieva
giudiziosa e ascolto
la mia
musa e gli altri che
scrivono
nel mio stesso tempo,
e tutti
quelli che ci hanno
preceduto.
Ma tra tutte,
sono
sempre le tue parole
a
risuonare alte nel cielo
chiaro e
poi tra le ombre
che
condividiamo.
Anche
oggi, mercoledì 2 giugno del secondo anno senza Carnevale, un mercoledì che
sembra domenica, ho avuto la grazia e la gioia di scrivere questa nuova Cronaca
451, accompagnata da una poesia inedita e da un titolo preso in prestito dalla
signora Dalloway di Virginia Woolf, dove la città era Londra e non Milano.
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