Anche
oggi abbiamo avuto il nostro temporale, con tuoni e pioggia battente. Poi, alle
sedici e trenta sono usciti i bambini da scuola e hanno gridato, cantato, fatto
scoppiare piccoli petardi, lanciato palloncini colorati. Questo devono averlo
fatto i bambini di quinta elementare perché i palloncini erano soprattutto a
forma di cinque. È un momento di passaggio molto importante quello dalle scuole
elementari alle scuole medie. Ricordo la trepidazione, il sentire che
l’infanzia la stavo lasciando alle spalle, ricordo i primi mutamenti nel corpo
perché l’adolescenza e gli ormoni si stavano impadronendo di me. Ho cercato in
me quei ricordi e quelle sensazioni, il timore e l’esaltazione nel sapere che
stavo diventano grande. Così, anziché brontolare tra me e me stessa per il
rumore in strada, ho partecipato alla gioia di quei bambini sconosciuti e alla
loro allegria, all’inizio delle vacanze, all’estate che è un libro appena
iniziato e poi sono tornata ai miei libri e alla mia scrittura, facendo
scorrere i fili delle ore per scegliere cosa portare in questa Cronaca 457. Non
tutti i giorni è semplice tessere l’ordito di questa scrittura, a volte per
sovrabbondanza, a volte per scarsità di idee e di immagini. Poi però, quando
inizio a scrivere ritrovo sempre la trama della giornata e della Cronaca, il
legame con tutte quelle che l’hanno preceduta e il desiderio di andare avanti
ancora un pezzettino. A parte i bambini in strada, il pezzettino di oggi è
tutto interiore. Sto rileggendo L’invenzione
della solitudine di Paul Auster a distanza di decenni dalla prima lettura,
è un libro bello e triste che mi piace come tutti i suoi libri. Ho anche
ripreso in mano La voce a te dovuta
di Pedro Salinas, le più belle poesie d’amore del Novecento. E poi, nello
ziggurat dei libri speciali che leggo con passo lento e sottolineo e appunto, Le ripetizioni di Giulio Mozzi, Blu di Giorgia Tribuiani, Enne di Valentina Durante e il romanzo
inedito di Simone Salomoni di cui non scrivo il titolo perché essendo, appunto
un inedito, non so se posso farlo. Questi libri sono libri speciali da ogni
punto di vista. Uno di questi è anche che conosco un po’ i loro autori grazie
alla Bottega di Narrazione e il gusto della lettura, per quanto mi riguarda,
viene accresciuto dalla conoscenza dell’autore. Ne scriverò via via che li avrò
terminati e con grande piacere potrò condividere le mie impressioni da
lettrice.
Poi ho
ripreso in mano il materiale accumulato nel tempo per scrivere, sull'Enciclopedia delle Donne, la voce dedicata
a Ursula K. Le Guin e mi rallegra sapere che la mia amica Rossana scriverà quella
dedicata a Cristina Campo.
Così,
alla fine, anche questo è un giorno trascorso in immersione nei libri e nelle
storie e ci sto bene in questo mare profondo dove salto dentro e fuori come un
delfino felice. Non riesco a ricordare un tempo in cui io non avessi un libro,
un fumetto o un periodico in mano. La mia vita di lettrice è iniziata molto
prima che io imparassi a leggere, perché anche guardare le figure è un modo di
leggere e non si sa mai quale storia potrà venirne fuori.
Ecco,
adesso posso tornare allo ziggurat di libri sulla scrivani e continuare la mia
scalata, non c’è niente di meglio per chiudere questa giornata quasi estiva, martedì
8 giugno del secondo anno senza Carnevale, dove il gelsomino impazza e il suo
profumo insegue le rondini in picchiata.
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