Un’altra
giornata afosa e zanzarosa, le cicale devono avere terminato il loro ciclo
vitale perché non le sento più e di notte non ho ancora sentito i grilli. Questa
è la città mai più silenziosa in questi giorni. Ma poi c’è il mio giardino
incantato dove mi rifugio a leggere e scrivere, un luogo dell’anima prima
ancora che fisico, un luogo dove poter respirare e lasciarmi rapire dalla
bellezza della poesia. Anche oggi vi offro da leggere Danilo Bramati, dalla sua
raccolta appena pubblicata L’ultima
promessa.
Il rito
Oggi
ti penso come si pensa
al
sorriso del ciliegio.
Hai
salutato il mondo?
Hai
ruotato la sfera
nel
palmo della tua mano,
accarezzato
le terre e gli oceani?
Anch’io,
sai, oggi mi sento
come
uno che abita,
la
mia casa è questo vento
che
non distingue.
E
adesso voglio compiere
il
rito, adesso apparecchio la tavola
come
un altare
poi
tufferò le dita
nella
tazza benedetta,
mi
segnerò la pelle.
Abitare
nel vento, accarezzare le terre e gli oceani, compiere un rito per rendere
sacro anche il giorno più normale. È in questa dimensione fuori dal tempo e in
un diverso spazio, dove la grande poesia ci può condurre anche a contemplare il
sorriso di un ciliegio.
La
vita è fatta soprattutto di questo, di attimi che diventano eternità, attimi
che viviamo, scriviamo, ricordiamo, rileggiamo.
Oggi è venerdì 23 luglio del secondo anno senza Carnevale e questa è la Cronaca 502 anch’essa immersa nella bellezza e nella gioia della poesia.
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