Sui
siti dei maggiori quotidiani italiani oggi prevalgono le informazioni sul Green
Pass, riforma della Giustizia, colori delle zone d’Italia che dipendono dalle
percentuali dei ricoveri e delle terapie intensive, che dire?
“Andate
in vacanza, ma potreste non partire, o magari non tornare”, “Andate al teatro,
al cinema, al ristorante, ma solo se avete il Green”. Da un lato il messaggio è
liberi tutti, dall’altro state attenti. Il caos regna sovrano dal punto di
vista comunicativo, ma le persone partono, cercano di vivere un’estate normale,
negano l’evidenza, negano che il virus sa un problema. Il mondo è pieno di complottisti
che continuano a scrivere post su “loro” che ci vogliono proni, asserviti e
vaccinati. Ma la maggior parte delle persone che conosco si è vaccinata, alcuni
con timore, alcuni ritardano perché hanno problemi di salute. Ma almeno nella
mia bolla non è venuta meno la fiducia nella scienza e nell’autorevolezza di
chi sa di cosa sta parlando. Seguendo il filo di questo elementare ragionamento
non dovrei neanche star scrivendo questa Cronaca, la mia è un’opinione tra
centinaia di migliaia, non sono medico, né tanto meno virologo, mi fido perché ho
scelto di fidarmi.
Per tornare a scrivere in un campo di maggior confidenza com’è la poesia per me, stasera rileggerò un libro straordinario di Danilo Bramati che è appena uscito. Vi parlerò più e meglio di queste poesie meravigliose, per questa sera prendo commiato con le prime due poesie che aprono la raccolta:
L’ultima promessa
Al
bordo di quale fiume
ho
attraversato il sonno dei canneti
con
un piede oltre il confine?
Smarriti
i limiti
ero
platano fra i platani,
una
sostanza verde,
una
crescita incosciente
ma
avevo sogni, figure come sfingi
mi
traducevano gli oracoli.
Era
l’ultima promessa. Ora
il
fiume giace in un bicchiere,
la
riva accoglie
creature
di fumo
che
prima erano respiri.
§
Nel fuoco dei
sentieri
Labile
cosa il mondo,
labile
cosa la poesia,
labile
cosa anche la morte.
Guarda
la primula sul ciglio
come
si sfa, come si sfoglia
e
si tramuta in soffio…
Ma tu sei vivo, abiti lo spazio
dove
creature vanno e vengono,
non
parli la lingua scura,
l’alfabeto
delle ombre.
Quanti
giri faranno le lancette
prima
che l’ultima foglia autunnale
si
stacchi, cada nella nebbia?
Perché
ancora, ancora ti ossessiona
la
memoria del platano
folgorato
dalla luce?
Ma
tu resta nel presente,
nelle
cose elementari,
un
germoglio, un canneto, un fiume, un sasso,
non
consultare oracoli,
il
destino è già qui,
in
questo andare nel fuoco dei sentieri
con
la polvere negli occhi.
Oggi
è giovedì 22 luglio del secondo anno senza Carnevale e questa è la Cronaca 501,
avvolta in una nube di poesia e speranza.
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