Mentre le cicale cantano anche a Milano, la
nuova città mediterranea, la pioggia di luglio si prepara per la sera con le
nuvole in corsa sopra i nostri tetti. Una volta a luglio non pioveva mai, ma
non è più così da almeno vent’anni. È vero che il tempo deforma la realtà e ci
appare bello soprattutto ciò che è legato alla nostra giovinezza, ma sono
davvero sicura che non piovesse a luglio, quando ero bambina. Così come non
c’erano le cicale a Milano. Ma adesso ci sono.
La luce è la materia dei girasoli, mentre nostra è l’ombra
Dormivano nell'ombra
gli agnelli, mentre Ulisse
camminava sulla roccia,
solo le cicale sapevano quanto
lungo sarebbe stato il viaggio.
Nel campo di grano custodiva
questo canto le porte dell’Ade
e Napoleone si girò una volta
soltanto prima di scantonare.
Borges era già cieco quando
capì che era il suo nome che
stavano chiamando dal luogo
dove la luce è una visione e
il sogno materia viva che plasma
i corpi in quella tela che
Penelope tesse e disfa di giorno
come di notte, mentre le cicale
e il loro canto abitano ogni
anfratto e ogni peccato e sono
il suono, l’unico suono dell’estate
che ricorderemo, anche se oggi
le api si abbandonano alla loro danza
nuziale nella lavanda e nel girasole.
Ieri
sera sono uscita a cena con i miei amici poeti: Danilo e Grazia, Edoardo e
Annalisa. Siamo stati in questa piccola e graziosa osteria del quartiere
Casoretto. L’aria era fresca, le rondini riempivano il cielo e c’era poco traffico,
forse per via della partita della nazionale, si stava proprio bene. E bene
abbiamo mangiato e bevuto, pensato e chiacchierato. Non ci vedevamo da un anno,
dalla cena del mio precedente compleanno. Siamo cambiati? Sì, un po’ sì, ma per
la maggior parte delle cose no, siamo sempre noi. Quella di ieri è stata una di
quelle serate piene di grazia trascorsa in compagnia di miti, archetipi e Jung.
E della pandemia, della scrittura e della poesia.
Oggi
ho continuato i festeggiamenti per il mio compleanno con mio fratello
Alessandro, sua moglie Monica e i loro figli, i miei adorati nipoti Andrea e
Marco, siamo andati a pranzo in una trattoria dalle parti di Corsico. Ho guardato le acque verdi del Naviglio scorrere come le acque di
Vaucluse. Perché ci sono momenti in cui noi siamo allo stesso tempo quei
bambini, quei giovani e i campi di lavanda e di girasole, non è vero mia
adorata Roxanne che stai festeggiando il tuo compleanno?
Questa
è la Cronaca 482 di sabato 3 luglio del secondo anno senza Carnevale che dedico
alle cicale di Milano, mi hanno cullato durante la siesta e continuano ad
allietare queste ore belle d’estate.
Nessun commento:
Posta un commento