Leggere libri crea dipendenza, comprare libri crea dipendenza. Niente di meglio da annusare di un bel libro di carta, niente di meglio che guardare i libri nelle mie librerie domestiche e nelle incerte torri accanto al letto. È vero, i libri compongono un paesaggio che non sta solo nei nostri occhi ma che ogni giorno ci aiuta a ricordare e definire chi siamo, da dove veniamo e dove vorremmo andare. A Milano hanno chiuso molte belle librerie, la Feltrinelli di via Manzoni e la libreria Utopia tra le ultime, che avrebbero potuto conferirmi la carta di platino come miglior cliente! E ogni tanto compro libri anche su Amazon – Italia, Gran Bretagna, Francia, Spagna e Stati Uniti, perché a volte non resisto all'urgenza di avere tra le mani una novità e non voglio aspettare l’occasione di andare in libreria e perché i libri nelle altre lingue che leggo – inglese, francese e spagnolo – arrivano nel giro di pochi giorni o settimane e mi sembra inutile passare da una libreria fisica visto che a Milano, chiusa la Feltrinelli di piazza Cavour e fatto salvo per la Hoepli, proprio non saprei dove andare a procurarmeli i libri stranieri.
Grande
soddisfazione mi dà comprare libri su Maremagnum che è una libreria virtuale
che aggrega centinaia di librerie non solo italiane. Ho comprato decine di
libri anche da loro perché il gusto di un libro di seconda mano, non somiglia a
null'altro al mondo e la mia passione bibliofila si esprime proprio quando compro
libri usati. A volte, quando sono molto fortunata, ci sono foglietti e
annotazioni, dediche e riflessioni dei proprietari precedenti e questo rende
per me quel libro ancora più prezioso. Il momento che amo più di tutti è quando
mi arrivano i pacchetti e ogni volta è come se fosse la mattina di Natale
quando avevo sei anni. Quando mi capita di leggere un e-book, mi manca la
sensazione tattile della carta, il peso nella mano, la copertina, poter
sottolineare e segnare e scrivere sui margini come faccio sempre quando leggo
un libro che mi piace e scelgo citazioni per il mio blog. Mi manca il non
poterli annusare e sfogliare e poi decidere se è un libro che vorrei rileggere,
se non rileggerò mai ma voglio comunque tenere, o se è un libro che potrei
decidere di vendere al Libraccio o regalare alla biblioteca vicino a casa. Mi piacciono
le copertine dei libri di poesia, quelle bianche di Einaudi, quelle colorate di Adelphi, quelle eleganti dei libri di
poesia di Crocetti e Atì (editore con cui ho pubblicato gli ultimi
tre libri di poesia). Prima della pandemia prendevo tutti i giorni la
metropolitana per andare in ufficio e così, visto che gli e-reader non hanno
copertine, quando i pochi lettori che incrociavo in metrò ogni mattina leggevano
su Kindle o Kobo, il non sapere cosa stessero leggendo un po’ mi scocciava. Un
giorno c’erano due uomini coi capelli grigi che leggevano libri di carta: il
primo, molto più alto di me, leggeva Anna Karenina di Tolstoj e non leggeva nella
mente, ma compitava con le labbra e sussurrava parola dopo parola, e non avevo
fatto fatica a scoprire il titolo del volume. L’altro, più basso di me, stava
leggendo i racconti di Gianrico
Carofiglio Non esiste saggezza e si era
un po’ seccato perché ho continuato a girargli intorno finché non sono riuscita
a vedere la copertina del libro. Ero sempre contenta quando incontravo gente
che leggeva in metropolitana anziché sfogliare compulsivamente i social o fare
qualche giochino. Una volta ho addirittura incrociato una signora che
leggeva Proust in
francese e un ragazzo che leggeva il Don Chisciotte.
Anche io, come quasi tutti i
lettori forti, quando scopro uno scrittore che mi piace divento un temibile
lettore seriale. Devo leggere tutto quello che è stato pubblicato e se ci sono
in circolazione biografie, autobiografie,
epistolari, carteggi, saggi critici, devo leggere pure questi e sono in preda
alla frenesia più assoluta fino a che non ho finito.
Mi era
accaduto con Simone de Beauvoir e Grazia Livi, con Colette, con Sylvia Plath, con Rimbaud e Baudelaire, Proust e Marie Cardinal, con Alberto Moravia e Eugenio Montale, con Katherine Mansfield, Virginia Woolf e Marina Cvetaeva, tra gli altri, quando
ero ragazza e via via negli anni Anton Cechov, Tolstoj e Dostoevskij, Raymond
Carver, Irène Némirovsky, Gianrico Carofiglio, Alicia Gimenez Bartlett, Agota Kristof, Philip Roth, Paul Auster e Siri Hustvedt, Karen
Blixen e Audrey Thomas, Andrei Makine, Alvaro Mutis e Danilo Bramati, Anne
Michaels e Francesco Biamonti, Antonella Anedda e Amos Oz, Marguerite
Yourcenar, Mishmima e Murakami. (E qui chiudo, per oggi, la lista perché
finirei con il riscrivere la Garzantina della Letteratura).
Leggere è una
delle cose che più amo al mondo, i libri sono tra i miei oggetti preferiti. E
credo che il segreto di ogni lettore forte stia nella felicità fatta di carta e
parole che un libro è.
È una felicità
fatta dalla consapevolezza di appartenere a una vasta comunità di lettori e
scrittori che conversano e crescono, maturano, amano, imparano, pensano e si
divertono attraverso il tempo e lo spazio. Se il tempo è la quarta dimensione,
i libri sono la quinta, ogni libro è un mondo da scoprire e condividere. Ogni
libro scritto è un dono al mondo, ogni libro letto è la felicità della
condivisione. I primi due libri da “grandi” di cui sono diventata proprietaria
sono stati
il Libro de poemas di Federico Garcia Lorca e un
vocabolario Zingarelli della lingua
italiana edito da Zanichelli. Le poesie
le leggevo senza capire le metafore, avevo sette anni, e il vocabolario lo
leggevo in ordine alfabetico. Mi piace pensare che questi due libri abbiano
fatto scoccare la scintilla che mi ha spinto non solo a diventare una lettrice
forte ma anche a scrivere. Ho pubblicato 5 libri di poesia sinora: Il calvario della rosa; Sillabario della
luce; Figure del silenzio; Scrivere il vento; Un’estate invincibile. E
anche romanzi, di cui due pubblicati sino ad ora: Frammenti del tredicesimo mese e In giornate identiche a nuvole; e poi a scrivere i profili delle
scrittrici che amo per l’Enciclopedia delle donne e recensioni per varie
riviste, blog e siti.
Aveva
ragione Umberto Eco quando
scriveva che leggere è un’immortalità all'indietro e George R. R. Martin quando dice
che leggere è vivere mille vite. Non so se riuscirò a leggere tutti i libri che
ho comprato e che mi hanno regalato prima di morire. Ma non ci penso, sono
troppo impegnata a leggere.
Oggi è martedì
13 luglio del secondo anno senza Carnevale e la pigna dei libri in lettura mi
sta aspettando insieme a questa Cronaca 492 che legge con me.
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