Prima
della pioggia tutte le energie del cielo si comprimono e attendono solo il
momento in cui potersi liberare e scatenare verso ogni direzione. Dopo la
pioggia il cielo è tranquillo come dopo l’amore e si riposa. Nel giardino tutto
riluce ancora dell’acqua che sgocciola sulle foglie e le fa brillare. Anche gli
ultimi fiori del gelsomino sono impregnati di acqua piovana e il loro profumo
filtra attraverso le gocce. Poi l’acqua inizia a evaporare, le panchine di pietra
sembra stiano fumando e così posso sedermi a guardare il giardino e soprattutto
le rose.
Come fioriscono i
melograni
Se
ogni pensiero fosse una rosa,
sarebbe
ancora più profumato
il
mio giardino. E se ogni sussulto
del
cuore fosse un melograno,
ecco
che l’albero sarebbe ancora
più
piegato sotto il peso dei frutti.
Ogni
desiderio contiene il suo
contrario
e non serve dirlo ad
alta
voce. Bisogna aspettare
che
la stagione arrivi, che le rose
pieghino
il capo e si inchinino
all’autunno,
sapendo che anche
una
rosa può fiorire in un’altra
stagione,
ma che nessun frutto
estivo
vedrà la luce tenue degli
autunni
boreali, nessun frutto,
ma
solo un ricordo.
Stare
nel mio giardino, respirare nell’aria calda del pomeriggio e poi acciambellarmi
come il gatto in attesa della sera, sentire quanto l’aria è profumata e avere
una piccola nostalgia per l’aroma del camino acceso, desiderare autunno,
inverno e primavera, tutte le altre stagioni insieme in preda alla nostalgia e
poi fermarsi in questa stagione che sta toccando il culmine e non desiderare
altro che essere con te a guardare le rose.
Oggi
è sabato 10 luglio del secondo anno senza Carnevale e questa Cronaca in
giardino, dove peraltro continua a gironzolare, è la numero 489.
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