Oggi è stata una giornata bella e calda e adesso è una sera
bella e calda, presa tra un laboratorio di scrittura e la semifinale degli
europei. Così non scriverò una Cronaca lunga, ma riprendo una lunga citazione di
un Flaubert apocrifo, tratto da uno dei miei libri preferiti.
“La bellezza e la verità sono il segreto e il cuore della
creazione. La verità è bella, e la bellezza è vera. Un capolavoro è fatto di
bellezza e di verità, in ogni parola, ogni frase, ogni paragrafo, ogni
capitolo. Ma cos’è la verità? La verità è che nulla può essere diverso da come
è. La verità è che ogni parola scaturisce necessariamente dalla precedente, che
non si può togliere né aggiungere niente senza perdere qualcosa. La bellezza è
che una linea non può essere spostata di un millimetro né da una parte né
dall’altra, in un disegno, senza che l’unità ne soffra. La verità è che quella
stessa linea non può essere spostata perché il risultato sarebbe arbitrario.
L’arte di cattiva qualità invece è piena di linee che potrebbero
tranquillamente essere tracciate da qualche altra parte.
È disperatamente semplice e disperatamente difficile.
L’obiettivo è creare un’opera che sia allo stesso tempo bella e vera in ogni
suo dettaglio. Non si può forse dire che se qualcosa non può essere diverso da
com’è, possiede il più alto grado di realtà?
Lo stile è tutto, ho detto e sostenuto in altre occasioni. In un
certo senso è vero, ma non come lo si intende generalmente. Lo stile è forma e
contenuto allo stesso tempo, entrambi altrettanto necessari. Il lettore deve
esitare costantemente tra la tentazione di ascoltare la musica delle parole e
quella di dimenticarla per capire il contenuto. Un libro il cui stile non si
impone e non induce il lettore alla tentazione della musica, non è letteratura.
E nemmeno un libro che sia solo stile, sempre che sia possibile.
Ogni parola è sia suono che contenuto. Nessuno dei due è più
importante dell’altro, nessuno deve prendere il sopravvento. Scrivere un
capolavoro è scegliere ogni parola sia per la forma che per il contenuto. Ogni
parola scelta solo per l’uno o per l’altro è un’imperfezione. Non solo un
difetto estetico, perché questo equivarrebbe ad ammettere che la bellezza possa
vivere di vita propria. È possibile che la bellezza pura esista nel mondo della
musica, o almeno così si dice. Ma non esistono parole, a parte il vero e
proprio nonsense, che siano solo belle. O solo vere. Ogni parola è
l’uno e l’altro.
La ricetta per un capolavoro è dunque questa: scegliere ogni
parola in modo che sia bella e vera allo stesso tempo.
È così semplice, e così disperatamente difficile.
Perché la bilancia su cui vanno pesate le parole è sprovvista di
scala”.
Oggi è martedì 6 luglio del secondo anno senza Carnevale e
questa Cronaca 485 è tutta di Björn Larsson con il suo libro Otto personaggi in cerca (con autore), Iperborea
2009,
traduzione di Katia De Marco.
Nessun commento:
Posta un commento