lunedì 12 luglio 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/491. L'estate è profumo di basilico e ringhiera


 

Tra le cose che amo dell’estate è passare più tempo possibile nell’orto. Nell’infanzia ho frequentato l’orto di mia nonna paterna, di zio Giacomo e del cugino Rodolfo in Calabria. A Milano e dintorni, l’orto del fratello minore di mia madre, zio Antonio.

Chi è cresciuto a contatto con la terra non se ne staccherà mai davvero. Ricordo quando mia madre poteva ritornare a occuparsi degli ortaggi altrui e così, ritornava bambina. E sul suo grande balcone aveva un giardino fiorito come non se ne vedevano altri.

È molto faticoso tenere un orto, è tutto uno zappa, pianta, sarchia, innaffia e pota. Si aspetta con trepidazione lo spuntare dei germogli dalla terra, si temono i grilli talpa quanto le cavallette bibliche. E si finisce con il parlare con i pomodori, con i peperoni, con le melanzane, le zucchine e il basilico. Portare in tavola quel che si è amorosamente coltivato è una delle più grandi soddisfazioni della vita, non vi è alcun dubbio. È bello andare nell’orto prima che il sole si alzi e quando inizia a tramontare, respirare quel profumo inconfondibile della terra bagnata, man mano che si innaffia e intanto immaginare cosa mangiare crudo e cosa mangiare cotto. In città non è altrettanto facile stabilire un contatto con il nostro cibo. Ma per il basilico non è impossibile.

 

 

La terra che era mondo

 

Ho scavato nella terra

con le mani già sporche

d'inchiostro.

 

Ho scavato fino al giusto

fondo dove dimorano ora

le piccole radici

e racchiuso tutto intorno

quella terra che era mondo.

 

Le foglie si alzeranno

si apriranno verso le nuvole

invidiose del loro colore

desiderose di andare e stare.

 

A sugo quasi pronto spezzerò

qualche gambo e laverò

le foglie nell'acqua corrente.

 

L'estate è profumo di basilico

e ringhiera.

 

Alternare la scrittura, ecco le mani sporche d’inchiostro, alla cura del basilico cittadino è un’attività comunque piacevole e foriera di soddisfazioni. La terra si mescola con l’inchiostro e le mani sono mani che hanno lavorato e che hanno creato, mentre fuori l’estate ha tinto ormai ogni cosa e ci fa maturare, piano, come i pomodori.

Oggi è lunedì 12 luglio del secondo anno senza Carnevale e questa, profumata di basilico e pomodoro, è la Cronaca 491. La poesia è tratta dal mio primo libro Il calvario della rosa, Moretti&Vitali, 2004. Oggi è anche il giorno dopo la vittoria degli Azzurri ai campionati europei. Che dire di più e di nuovo? Nulla, se non viva l'Italia!

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