Scegliere
una forma diversa per ogni giorno, concentrarsi, seguirla, non cercarne un’altra.
Oggi ho scelto la pioggia, una delle forme dell’acqua che più amo. La pioggia è
messaggera delle nuvole e delle stelle, a volte anche degli dèi. È preceduta dal
rombo del tuono e come il vento non ha una sua propria voce autonoma, diversa,
ma risuona insieme alle cose, agli oggetti che tocca, sfiora o sferza. Oggi sul
lago era una pioggia piccola che cantava con il canto sommesso delle onde di
acqua dolce, niente a che vedere con quelle del mare salato. Le nuvole erano
così tristi all’idea di lasciar andare quelle goccioline, che sono scese sino
sulla superficie di acqua ferma in forma di nebbiolina. In fondo, non si
distingueva la linea dell’orizzonte, il grigio era uniforme, sembrava di stare
camminando all’interno di una bolla privata della luce. Era così tranquilla
quella passeggiata, un cammino nel sogno, cercando invano di intravedere le
stelle scrutando il cielo.
Con la pioggia e il
vento chiusi nella mano
Volevo restare ferma, proprio
nell’attimo
prima della caduta,
ma
guardare la pioggia e dire
il
suo nome, no, non si può
farlo
insieme, perché si deve
rispettare
sempre il doppio
movimento
di pensare il cuore
di
una rosa e imparare a
sentirne
il profumo. La pioggia,
invece,
non ha un suo profumo
ma
trasporta quello degli amanti,
così,
a volte, anche le rose vivono
in
quella trappola di sensi amorosi.
A
volte mostra una bocca di lupo,
la
pioggia, ma non può farci paura,
perché
sorride e noi per amore,
crediamo
nella sua bontà. Così
papaveri
e mandorle diventano
icone
di un passato che abbiamo
conosciuto
solo attraverso quel
poeta,
e nessuno, neanche questa
pioggia,
sa dove sta andando.
Sorella
del vento, cadi piano, alza
la
fronte e non tornare là dove
tutto
è iniziato, dove le porte
sono
spalancate e non ci sono mai
parole
già scritte, ma solo sussurri
che
raccolgono conchiglie e rami
secchi
nella parabola dell’azzurro
che
grida il tuo nome.
Quanti echi di poeti sento oggi nella pioggia e nel vento? Quanti desideri e quante intenzioni? Era bellissimo il lago Maggiore, anche sotto la pioggia, anche senza orizzonte.
Oggi è sabato 30 ottobre del secondo anno senza Carnevale e questa Cronaca 601 si è affidata alle gocce e al vento, li porta chiusi nella mano e aspetta che sia finita la trasformazione.
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