Il
mattino presto, molto presto, è quello il momento in cui possiamo sentire il
respiro del mondo. Sentire non solo con le orecchie, ma con tutti i sensi.
Quando
la luce ritorna il chiaro del mondo respira, gli alberi stendono verso il cielo
i rami e dentro la terra le radici.
Aria
e respiro del mondo sono un tutt’uno per noi, l’aria che pervade, l’aria che
sorregge, l’aria che spinge. Unico elemento invisibile, non ha colore, lo
riconosciamo perché agita le forme degli altri elementi.
Quando
sfiora i rami, sfiora anche le nostre mani e i nostri capelli, ci fa vivere e
se sentiamo l’aria espandere i nostri polmoni, allora sappiamo di stare bene.
Se il petto è contratto e l’aria entra ed esce a fatica, è segno che qualcosa
non va.
Quando
emettiamo aria intonata ecco che stiamo cantando, esce in forma di risa quando
siamo allegri e in forma di sospiri quando siamo pensosi o nostalgici.
Se
moduliamo l’aria con la bocca, la lingua e tutto l’armamentario, ecco che
stiamo parlando, e se leggiamo i segnetti neri sul foglio bianco, trasformiamo
dei segni in significati e le parole in storie.
Come fermare
un’immagine in fuga
Non
respiriamo con intenzione,
respiriamo
con naturalezza e
allegria.
Sento il mondo
espandersi
intorno e dentro,
così
che l’albero metta radici
forti
in noi e rami tra i nostri
capelli.
Quando sospiro è
sempre
un’immagine fuggita
che
vorrebbe trovare la sua
storia,
non la fermo, anzi
la
seguo e respiro, perché
so
che questo la riporterà
da
me. E un canto improvviso
sorgerà
dal bosco.
Oggi ho respirato solo chiusa tra le mura di casa, niente passeggiate, circondata da oggetti che portano con sé il nostro comune passato. E un po’ del mio respiro è rimasto con loro.
Oggi
è mercoledì 27 ottobre del secondo anno senza Carnevale e questa Cronaca 598 si
muove e respira in quel passato che non ha conosciuto.
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