Una domenica di pioggia, ottobre è appena iniziato e dopo due giorni di ultimo sole, di ore passate in giardino a leggere, ecco che in un momento, siamo precipitati nella stagione di mezzo. Le foglie mutano già colore, l’aria è carica di umidità, così mi rifugio in una libreria in attesa che arrivi l’ora di pranzo, che sarà lungo e piacevole, con i nipoti. Poi un veloce ritorno a casa e mille cose da fare, da leggere e da scrivere. La giornata è così buia già prima che la notte arrivi, preparo un tè profumato al bergamotto, ascolto un po’ di musica, sfoglio i giornali e anche il pomeriggio è presto finito. È stata una domenica quieta e piacevole, di poche cose da raccontare, di molto mondo interiore che respira e si espande, anche se pare che non stiamo facendo nulla e nella penombra tutta la stanza era diventata quel giardino autunnale dove trovo rifugio anche sotto la pioggia.
Nell’equilibrio di
questo universo
In
giorni come questo, dove
la
pioggia impregna ogni
cosa,
dai pensieri ai vestiti,
mi
chiedo se le nuvole ci
proteggano
dalla luce solare
o
se stiano così serrate solo
per
poterla assaporare in
solitudine
e non doverla
dividere
con noi umani che
ne
siamo avidi e golosi.
Tengono
la luce, le nuvole e
in
cambio ci danno la pioggia,
bisogna
sempre cedere qualcosa
per
non turbare il delicato
equilibrio
di questo universo.
Per
questo il giardino mi ha
offerto
le ultime rose, per questo
ho
dato alle nuvole il mio
sguardo
e al cielo ho levato
questo
mio canto.
Bastano questi piccoli spostamenti del cuore per innamorarsi anche di un pomeriggio di pioggia e respirare l’odore dei libri e sapere che presto ricomincerò a leggere e non c’è niente di meglio in una domenica autunnale che un libro nuovo e una tazza di tè.
Oggi
è domenica 3 ottobre del secondo anno senza Carnevale e sono grata per questo
giorno gioioso, lucido di pioggia, con gli occhi nuvolosi e questa Cronaca 574
dispettosa, che salta nelle pozzanghere e non ha neanche messo gli stivali di
gomma.
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